“Perchè è rilevante studiare un fenomeno come quello del gioco e misurarlo? E’ utile per capirne i meccanismi che lo caratterizzano, per valutarne l’evoluzione temporale, per passare da semplici congetture a elementi di valutazione solidi, per raccogliere e archiviare analisi empiriche, per rivedere e modificare gli schemi interpretativi con cui questo fenomeno viene analizzato, per comprendere le ripercussioni sul benessere sociale dei giocatori, degli operatori del settore e dell’opreatore pubblico, per formulare politiche pubbliche di parità in linea con gli obiettivi del decisore pubblico”.

E’ quanto ha detto Alberto Petrucci (nella foto), Ordinario di Economia Politica presso la Luiss Guido Carli, intervenendo a Roma alla presentazione del secondo Report di ricerca sul settore del gioco – realizzato in collaborazione tra Luiss Business School e Ipsos nell’ambito dell’Osservatorio sui mercati regolati – dal titolo “Responsabilità, trasparenza, comportamenti consapevoli: nuovi orizzonti dell’industria del gioco”.

“Questa ricerca – ha aggiunto – è utile per gli operatori del settore, per la collettività dei giocatori e le persone a loro collegate, e infine per il settore pubblico. La regolamentazione del settore giochi risponde all’esigenza di tutela degli interessi pubblici rilevanti, i quali riguardano diversi aspetti: l’efficienza nell’organizzazione dei giochi, l’esternalità, il servizio pubblico inteso come bene pubblico, sicurezza e legalità, contrasto al crimine organizzato, tutela della salute delle fasce deboli della popolazione, assicurazione delle svolgimento regolare di un’attività economica che crea reddito e occupazione, reperimento delle risorse fiscali. Affinchè questi obiettivi possano essere raggiunti è necessario che l’intervento pubblico sia delineato nella maniera più opportuna e sia adattato di volta in volta ai cambiamenti. Non avere ricerche come questa potrebbe mettere a repentaglio gli obiettivi che il settore pubblico si prefigge di raggiungere o potrebbe consentire il perseguimento delle finalità stabilite dall’operatore pubblico, ma in modo non ottimale. Da questi studi possono pervenire anche suggerimenti e ipotesi”, ha concluso Petrucci.

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