“Non posso non evidenziare alcune criticità di questo decreto di riordino del gioco online”. È quanto dichiarato in audizione in Commissione Finanze della Camera il presidente dell’associazione LOGiCO – Lega operatori di gioco su canale online, Moreno Marasco. “A cominciare dal costo proibitivo delle concessioni: 7 milioni di euro, ovvero 35 volte il costo attuale. Stiamo parlando purtroppo non del rinnovo di un contratto di locazione ma di una concessione per chi, per altro, non si ipotizzano migliorie delle condizioni. Si tratta di definire l’assetto competitivo per mercato del gioco online. Occorre porre enfasi anche sulla necessità di un miglioramento dell’assetto normativo, di cui non si vede traccia nel decreto di riordino. Condividiamo le priorità su cui pone attenzione il Governo: la tutela dei minori e dei giocatori, tutela del gioco sicuro, trasparente e responsabile. La prevenzione e il contrasto del gioco illegale. I 7 milioni previsti per l’accesso alla concessione, ovvero l’incremento, sembra essere giustificato più da esigenze di cassa che di altro. La relazione tecnica a decreto prevede la partecipazione di 40 soggetti, sugli attuali 93. Noi siamo circa 20 più una decina in forma aggregata. Pur con la difficoltà di esprime una sola concessione per sito.

Si è parlato anche dei punti vendita ricarica. Occorrerebbero regole più chiare e un sistema di aggiudicazione dei diritti. Soprattutto una chiarezza in termini di distribuzione territoriale al fine di distinguere questi da quelli punti fisici. In materia di tutela del giocatore pensiamo a misure per la prevenzione del gioco patologico con un riferimento alle best pratices già adottate in altri paesi. L’associazione LOGiCO è l’unico soggetto partecipante al CEN, grazie alla collaborazione dell’UNI – Ente italiano di unificazione, e auspica proprio l’introduzione nel provvedimento di strumenti di prevenzione e contrasto del gioco patologico sul modello europeo. Il registro unico di autoesclusione, ad esempio, è di pertinenza solo dei giocatori a distanza, a dispetto della dichiarata unicità.

Pensiamo poi che la pubblicità sia uno strumento essenziale per garantire l’accesso al gioco legale, e di pari passo con la norma che vieta la pubblicità al gioco dovrebbe andare l’obbligo di investimento pubblicitario previsto dal decreto per il contrasto al gioco patologico. Il decreto è l’occasione per superare il divieto di pubblicità attuando i principi sanciti della Commissione Europea, in forma di auto disciplina.

In materia di contrasto di gioco illegale sarebbe stato sufficiente attuare le norme approvate e mai adottate. Strano che queste barrire al pagamento venga riproposte in concomitanza con l’esclusione di una folta schiera di concessionari che hanno dovuto combattere in passato contro gli operatori illegali in assenza di questa barriera.

Un’altra innovazione che a nostro avviso manca è quella del cloud, già in uso in altri paesi. Si dovrebbe superare il riferimento ai server. L’associazione auspica che si possano trovare soluzioni che consentano spinte innovative e permetta agli attuali concessionari di poter continuare ad operare”.

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