Feltre. Sgravi fiscali agli esercenti no-slot: anche i grillini sostengono la proposta

(Jamma) Introdurre una qualche forma di sgravio fiscale a favore degli esercenti che si rifiutano di introdurre nei loro locali meccanismi di induzione al gioco patologico, come slot machine o gratta e vinci, oppure, in caso di dispositivi già presenti, si impegnano a rimuoverli e a rispedirli ai concessionari. Questa l’idea per contrastare il diffondersi del gioco patologico proposta dall’assessore alle politiche sociali Giovanni Pelosio di Feltre (Belluno).

«I Comuni hanno le mani legate», sottolinea Pelosio, «i gestori e i distributori del servizio interagiscono direttamente con i commercianti, noi non possiamo intervenire. L’unica soluzione che abbiamo trovato fino ad oggi sarebbe questo alleggerimento delle tasse a favore dei gestori più sensibili, quelli che vorranno prendere una posizione palese contro la diffusione incontrollata di questa malattia psicologica. Come amministrazione vorremmo attivare un provvedimento per contrastare in maniera più radicale il fenomeno, ma per il momento siamo riusciti a trovare solo questo espediente».

La regolamentazione del gioco d’azzardo spetta all’Agenzia ministeriale delle dogane e dei monopoli. Il margine di intervento di un Comune è ridottissimo, per non dire nullo. Non si possono fissare gli orari di apertura e chiusura del servizio, non si può stabilire nessuna forma di controllo, e come se non bastasse, lo Stato non ha ancora riconosciuto il gambling come una patologia. Il servizio sanitario nazionale non se ne cura, c’è solo un blando riconoscimento nei livelli essenziali di assistenza. A Feltre è il Sert a occuparsi delle varie forme di dipendenza patologica. Il fenomeno, difficilmente quantificabile perché sommerso dalla connivenza, tocca ormai ogni fascia di età.

 

A sostenere la proposta anche il movimento 5 stelle. «La proposta dell’assessore alle politiche sociali è interessante, e speriamo sia praticabile», afferma il consigliere Riccardo Sartor, «Ci sono molti comuni che hanno deciso di regolamentare, limitare e in alcuni casi addirittura vietare l’uso delle macchinette sul proprio territorio, incontrando però non poche difficoltà e spesso affrontando dure battaglie legali. Potremo valutare eventuali integrazioni al regolamento comunale che disciplina l’installazione di apparecchi da gioco», suggerisce il coordinatore del movimento, che aggiunge: «Si potrebbe introdurre un apposito contrassegno identificativo da affiggere nei locali della città che decidono di non installare le slot machine, un marchio no-slot da esporre sulla vetrina della propria attività». Nel mese di febbraio a Milano, Giuseppe Stallone ha ricevuto per primo un attestato per la gestione di un “Bar senza slot”. «In questo momento di difficoltà economica il gioco viene visto come un miraggio, una falsa opportunità per cercare una facile via d’uscita. Tali dipendenze si traducono molto spesso in veri e propri drammi sociali ed umani, a carico poi di tutta la comunità. È dovere di un’amministrazione comunale cercare forme di contrasto a questo fenomeno».

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