Bolzano. Il Tar dà ragione al Comune: legittime le norme anti-slot

 

(Jamma) Il Tar dà ragione al Comune: i bar che non tolgono le slot così come prevede il regolamento comunale devono chiudere. I giudici amministrativi hanno infatti rigettato il ricorso di alcuni bar, assistiti dall’avvocato di Confesercenti Juri Andriollo, che avevano chiesto una sospensiva del provvedimento comunale.

«E’ pertanto confermato – fa sapere il Comune – non solo che le slot vanno rimosse, ma che in caso di mancata rimozione, l’esercizio deve anche chiudere». L’Avvocatura comunale rende noto che, con due ordinanze collegiali, il Tar di Bolzano ha respinto in toto la richiesta di sospensione dei provvedimenti del sindaco Spagnolli, con i quali è stata disposta la rimozione delle slot dai bar e la sospensione dell’esercizio in caso di mancata rimozione. Il Comune parla di «un importante risultato per l’attività svolta fino ad oggi, la legittimità dei cui atti è confermata».

Le ordinanze sono motivate dal fatto che i motivi di ricorso non contengono i presupposti del danno grave e irreparabile e che l’interesse collettivo a contenere i danni da azzardo è da considerare preminente rispetto all’interesse economico dei baristi e che la sospensione dell’esercizio è disposta fino all’avvenuta rimozione dei giochi. E’ dunque sufficiente che gli esercenti rimuovano le slot e potranno continuare la loro attività, in caso contrario dovranno essere chiusi fino alla rimozione.

Così il vicesindaco Klaus Ladinser ribadisce: “Via le slot dagli oltre 250 bar della città che le hanno installate entro 300 metri dai luoghi sensibili o il titolare sarà costretto a chiudere. Mi spiace che in molti non si rendano conto di quel che succederà. Ripeto, ancora una volta, che chi non rispetta la legge verrà punito. Non scherziamo”. Adesso bisognerà attendere l’esito del ricorso al Consiglio di Stato e quanto sia destinato a pesare in questa vicenda la posizione che ha assunto nelle scorse settimane l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, che si è schierata per la prima volta dalla parte degli esercenti e contro la rigida regolamentazione provinciale.

 

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