Monza. 7 punti per dire no al gioco d’azzardo

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(Jamma) Il Consiglio comunale di Monza all’unanimità lo scorso giovedì ha votato una mozione che detta al sindaco e alla Giunta sette punti da seguire per cercare di contenere il fenomeno in città e attivare forme di contrasto alla dipendenza dal gioco. Così anche a Monza, come già avvenuto a Torino, Firenze o Brescia, si proverà a imporre distanze minime tra i locali in cui ci sono i videopoker e i luoghi sensibili della città, a partire dalle scuole. Si cercherà di trovare sistemi per dare agevolazioni tributarie, o anche riconoscimenti di qualità, agli esercizi commerciali che rinunciano a installare macchinette da gioco al proprio interno. E poi aumenteranno i controlli sul rispetto delle norme, si cercherà di fare rete con le realtà del territorio che contrastano il dilagare del gioco d’azzardo e i suoi effetti negativi sulle persone, e si farà una mappatura dei locali e delle sale gioco presenti in tutti i quartieri monzesi per analizzare in modo preciso il fenomeno. Infine, anche il Comune di Monza chiederà, in veste ufficiale, al Parlamento e al Consiglio regionale di modificare in senso restrittivo le attuali leggi sulla diffusione delle slot machine e, in generale, sulle attività di gioco d’azzardo.

Ha trovato la convergenza di tutte le forze politiche la mozione dal titolo «Attenzione alle slot machine» presentata dal consigliere del Pd Alessandro Valtolina, un documento che attendeva dall’inverno di essere discusso dall’aula e che, giovedì sera, è arrivato al voto. Sono state sufficienti un paio d’ore di confronto perché si raggiungesse l’unanimità del Consiglio su un tema che, hanno sottolineato tutti i gruppi, sta diventando sempre più un problema sociale anche a Monza. Il consigliere Pdl ed ex assessore Pierfranco Maffè ha chiesto alcune modifiche al testo iniziale ma «solo perché su una questione così delicata è importante trovare l’unanimità e dare quindi un segnale forte di tutta la città: ora è urgente che si cambino le leggi».
Concorda anche il sindaco Roberto Scanagatti che però sottolinea come «ai Comuni manchino gli strumenti per arginare e controllare questo fenomeno preoccupante che tocca molte famiglie e dà spazio all’illegalità. Ci stiamo confrontando anche con l’Anci – aggiunge il sindaco – e, con tante altre città, anche Monza manderà il suo segnale al Parlamento perché cambi la legge e dia strumenti efficaci anche agli enti locali».

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