Decreto Imu. Fornaro (Pd): “Su condono slot serve più chiarezza, il contenzioso dinanzi alla Corte dei conti vale 3 mld”

(Jamma)  “L’articolo 14 del decreto Imu, – ha spiegato Federico Fornaro del Pd relatore del decreto Imu ieri in aula al Senato – in buona sostanza interviene nel contenzioso amministrativo-contabile dinanzi alla Corte dei conti, riprendendo una norma che era già contenuta nella legge finanziaria del 2006. Sostanzialmente si va ad agevolare la possibilità di chiudere questi contenziosi con il pagamento di un 25 per cento del danno erariale stabilito da una sentenza di primo grado, percentuale, che può anche ridursi al 20 ove si dimostri l’avvenuto pagamento entro una certa data del mese di novembre.

È una norma che sarebbe bastato definire sulla base di quella che è in questo momento l’entità complessiva del contenzioso dinanzi alla Corte dei conti, vale a dire più di 3 miliardi di euro. Nella relazione tecnica si specifica la questione relativa ai giochi. Invito davvero i colleghi a dare un’occhiata alle Schede di lettura, alle pagine 104 e 105, perché aiuta moltissimo a capire come si è arrivati a questa scelta del Governo e da dove si partiva.

Ho letto in più di un’occasione, anche durante l’ultima campagna elettorale, moltissimi articoli e post attorno alla presenza fantomatica di 98 miliardi di euro che lo Stato non voleva portare a casa per chissà quali interessi reconditi. Le cose stanno in maniera diversa. Nel 2007 il procuratore regionale del Lazio citò in giudizio dieci concessionari del servizio pubblico di attivazione e conduzione operativa della rete. Sostanzialmente evidenziò una serie di inadempienze per cui calcolò per ogni giorno di ritardo dell’avviamento nel collegamento una serie di penali che arrivavano alla cifra, straordinariamente grande, di 98 miliardi di euro. Questa cifra – ha continuato – riguardava inadempimenti contestati ai concessionari nella fase di start up tra il 2004 e il 2005. Tale cifra però, con una sentenza della Corte dei conti del 2012, veniva ridotta successivamente a 2,5 miliardi di euro. È su questo contenzioso presente che interviene la norma, che dà sostanzialmente la possibilità, qualora ce ne siano le condizioni, di arrivare al 25 per cento di questa cifra oppure al 20. Ho ritenuto di approfondire questo elemento perché credo sia giusto in questa sede fare un po’ di chiarezza attorno ad esso”.

 

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