La RGA chiede un intervento del commissario Barnier sul caso greco

(Jamma) La Remote Gambling Association ha scritto direttamente al Commissario Europeo affinché si attivi per evitare che le riforme anti-concorrenziali della legge di gioco d’azzardo greca entrino in vigore. L’apertura del mercato di gioco d’azzardo on line greco è minacciata da modifiche che si tradurranno in un monopolio sul gioco on line affidato alla OPAP contrariamente a quanto stabilito dal diritto dell’Unione europea.

Anche se nel 2008 la Commissione ha inviato un parere motivato alla Grecia esponendo la propria opinione in merito all’incompatibilità del monopolio della OPAP sul gioco on line con il diritto dell’UE, e la Corte di giustizia ha dichiarato nella recente sentenza Stanleybet che la Grecia non aveva fornito alcuna prova per giustificare l’esistenza del monopolio on line della società statale greca, la OPAP ha continuato ad operare indisturbatamente. La promozione dei prodotti di gioco della OPAP è diventato ancora più aggressiva. Ha lanciato nuovi prodotti (come le scommesse sui levrieri a marzo 2011) ed ha intensificato la pubblicità dei suoi prodotti di gioco d’azzardo. La OPAP è oggi uno dei principali inserzionisti, se non l’inserzionista leader, in Grecia.

Sono passati cinque anni da quando la Commissione ha emesso un parere motivato, ma la Grecia non ha modificato le leggi di gioco per affrontare questi problemi. In realtà, lungi dal dover adeguare la loro legislazione, sono in procinto di rendere il tutto ancora meno compatibile dal momento che la proposta di legge presentata estende il monopolio della OPAP al gioco online.

In queste circostanze, l’RGA ritiene di non avere altra alternativa se non quella di rivolgersi  direttamente al Commissario Barnier affiché intervenga direttamente avviando una procedura di infrazione se i parlamenti greci dovessero approvare  gli emendamenti alla legge il gioco d’azzardo che recentemente sono stati notificati alla Commissione europea.

Con le sue azioni la Grecia ha dimostrato nel corso di un periodo di cinque anni un disprezzo per le opinioni della Commissione e le regole del mercato interno dell’Unione europea ed è sbagliato permettere che la situazione continui a tempo indeterminato.

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