Tribunale di Torino. Stanley vs Goldbet

(Jamma) – Vince Goldbet. Come in occasione del procedimento “Antelli” in Cassazione. Si chiude con una sentenza assolutoria con formula “il fatto non sussiste” un processo dinanzi al Tribunale di Torino (Sezione Pinerolo) in cui è comparsa sul banco degli imputati la titolare di un CED collegato a Goldbet, per fatti risalenti al 2009, assistita dall’avv.Marco Ripamonti del Foro di Viterbo.

Agli atti del processo una richiesta di acquisizione di atti da parte di Snai (non costituitasi parte civile) ma sopratutto la costituzione di parte civile di Stanley, regolarmente ammessa e che, con memoria difensiva basata su diversi argomenti, tra cui la Sentenza Biasci, ed allegati vari, ha presenziato tramite proprio legale al fine di ottenere la condanna dell’imputata sia penalmente, che al risarcimento dei danni e spese di parte civile.
A gravare sulla posizione dell’imputata anche le testimonianze rese proprio dai finanzieri del GICO di Lecce, che effettuarono le corpose indagini con tanto di intercettazioni, da cui è poi scaturito il noto procedimento leccese, attualmente in fase di udienza preliminare. La deposizione dei finanzieri, assunta in una precedente udienza tenutasi in ottobre, si è basata essenzialmente sugli accertamenti eseguiti nel corso di quell’indagine, con dettagliata descrizione del sistema “piramidale” connotante la compagine di Goldbet, oltre alle modalità di gestione dei CED.
La articolata discussione dell’Avv.Ripamonti si è concentrata sull’ordinanza della Corte di Giustizia Zungri, sulle Sentenze della Corte di Cassazione rese nel caso Goldbet, sulla ricostruzione della giurisprudenza comunitaria in materia di Libertà derivanti dal Trattato, nonché sulla Sentenza Biasci e sulla successiva Sentenza della Corte di Cassazione, che dopo la “Biasci” ha nuovamente trattato il caso Goldbet ponendosi in linea con le precedenti Sentenze.

 

L’avv.Ripamonti, per ragioni “geografiche”, ha anche invocato la giurisprudenza del Tribunale di Torino ed ha parlato dei diversi casi di procedimenti, tra cui Palermo e Taranto, scaturiti dall’inchiesta leccese, ma definiti con archiviazioni ed assoluzioni. Quanto al c.d. sistema piramidale emerso dalle deposizioni testimoniali, l’avvocato viterbese ne ha affermato la piena regolarità ed irrilevanza, assimilandolo al sistema di qualsivoglia azienda operante anche in campi differenti dal gioco e scommesse.
Il difensore si è manifestato soddisfatto per il risultato favorevole ottenuto, che oltretutto ha offerto in anteprima la possibilità di ascoltare le deposizioni di parte dei testimoni che probabilmente verranno escussi anche in fase dibattimentale a Lecce.
Tra 75 giorni, la motivazione della sentenza assolutoria.

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