Stabilità. Approvata la web tax. Boccia (Pd) : “Regole uguali per tutti, anche su web”

(Jamma) La Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento alla legge di Stabilità che introduce la cosiddetta “web tax”: la proposta emendativa, presentata dal deputato del Pd Edoardo Fanucci, prevede infatti che le società che operano sul web abbiano la partita Iva italiana, in modo che i volumi di vendita realizzati, per esempio con il commercio elettronico ma anche con il gioco on line, vengano fatturati in Italia. ”La web tax – ha dichiarato Fanucci – riporta equità fiscale in un sistema, come quello dell’economia digitale, che per troppi anni è stato soggetto a un vuoto normativo che ha consentito abusi di diritto e vantaggi fiscali ingiustificati”.

 

“Tanto per cominciare, per ricapitolare ed evitare le più disparate interpretazioni: la web tax non limita l’accesso alla rete, non è contro i naviganti, è rivolta a chi, nel nostro Paese le tassa non le paga, togliendo miliardi (e di conseguenza anche occupazione) al mercato italiano” spiega il deputato del Pd Francesco Boccia . “Ho letto anche che sarebbe una proposta illegale, addirittura che toglierebbe posti di lavoro o, ancora, che violerebbe il Trattato di Roma sulla libera circolazione delle merci. Ai profeti del Trattato – Trattato cui sono culturalmente molto legato – ricordo che Internet e la sua rivoluzione sul funzionamento dell’economia è successiva agli stessi Trattati di Roma. Vogliamo, oggi, adeguarci ai tempi o no?

“ La proposta è sacrosanta perché è una misura di equità fiscale, innanzitutto, a tutela delle nostre imprese e del web stesso.

Il tentativo che come PD stiamo portando avanti è semplicemente quello di ristabilire regole uguali per tutti. Le aziende straniere in questi anni hanno approfittato di un vuoto normativo che gli ha consentito di non pagare le tasse nel Paese dove producono profitti. Nel nostro caso, in Italia. Bene, adesso, però, è arrivato il momento di colmarlo, questo vuoto”.

“La norma sulla web tax prevede l’obbligo per i committenti di servizi online di poter acquistare solo da soggetti in possesso di una partita IVA italiana in modo da non far sfuggire ad un corretto modello di tassazione gli introiti derivanti da questi stessi servizi”.

 

“La “web tax” – ribatte il Movimento Cinque Stelle- produrrà svantaggi e nessun benefico per l’economia italiana, le imprese, i consumatori e finanche le casse dell’erario. I promotori dell’iniziativa si appellano al principio secondo il quale è giusto che per i servizi venduti in Italia, le tasse siano pagate in Italia. Mettiamola così: facciamo che sono un produttore di vino che esporta il bene in un’altro paese comunitario. Secondo voi dovrei pagare le tasse in Italia o nel Paese dove vendo? Beni e servizi digitali non possono essere trattati diversamente dal vino. Chiunque dotato di buonsenso, risponderebbe che è corretto pagare le tasse del bene/servizio nel paese dove lo produco. Perchè? Perchè se vendo il vino in 10 paesi differenti, secondo il pd devo pagare le tasse in 10 paesi differenti. La necessità secondo Fanucci di legare i contenuti digitali e pubblicitari che girano sul web alle aziende che hanno partita IVA in Italia, produrrebbe come effetto la marginalizzazione dell’Italia dall’economia digitale. Perchè Google dovrebbe far girare il suo motore di ricerca in Italia se questo significa per loro pagare più tasse? Semplicemente deciderà di non investire in Italia.”

 

Di seguito il testo dell’emendamento:

 

1. I soggetti passivi che intendano acquistare servizi on line sia mediante operazioni di commercio elettronico sia diretto che indiretto, anche attraverso centri media e operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita IVA rilasciata dall’amministrazione finanziaria italiana. 2. Gli spazi pubblicitari on line e i link sponsorizzati che appaiono nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (servizi di search advertising), visualizzabili sul territorio italiano durante la visita di un sito internet o la fruizione di un servizio on line attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili, devono essere acquistati esclusivamente attraverso soggetti, quali editori, concessionarie pubblicitarie, motori di ricerca o altro operatore pubblicitario, titolari di partita IVA rilasciata dall’amministrazione finanziaria italiana. La presente disposizione si applica anche nel caso in cui l’operazione di compravendita sia stata effettuata mediante centri media, operatori terzi e soggetti inserzionisti”.

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