La gestione delle dipendenze da sostanze stupefacenti e da alcol costano ogni anno all’Italia 8,3 miliardi complessivi, di cui 7 per le droghe e 1,3 miliardi per l’alcol, senza considerare i costi indiretti (perdite di produttività), i costi della patologie in parte riconducibili all’abuso di alcol, e al valore del ‘mercato’ delle sostanze stupefacenti stimato in circa 15,5 miliardi. Il tutto per un impatto economico complessivo pari a 22,5 miliardi, l’1% del Pil italiano. I dati arrivano dal primo Rapporto sull’ “impatto sociosanitario ed economico delle dipendenze in Italia”, realizzato dall’Osservatorio sull’impatto socio-economico delle dipendenze (Oised) del Crea Sanità, dal quale spicca un dato su tutto: per 1 euro speso nella presa in carico sociosanitaria delle persone dipendenti se ne risparmiano 4 di spesa complessiva.

In Italia – ricorda il rapporto Oised – sono oltre 250mila gli utenti in carico ai servizi per le dipendenze: 65,9% tossicodipendenti, 24,6% alcolisti, 6% con dipendenza da gioco d’azzardo, 3% da tabagismo e 1,3% con altre dipendenze (internet, social, sex addiction ecc.). Analizzando le dipendenze maggiori, per quella da stupefacenti, prevalgono i maschi (86% degli ‘utenti’), gli italiani (92,6% rispetto al 2,8% di soggetti provenienti dall’Africa Settentrionale e 4,6% da Paesi americani e asiatici) e i giovani: circa il 60% si concentra nella fascia d’età 35-54 anni, il 18,5% in quella 25-34 anni e il 16,9% in quella 55-64 anni. Anche tra gli alcolisti prevalgono gli uomini: il rapporto è di 3,7 maschi per 1 femmina, oltre il 70% degli utenti trattati ha un’età compresa tra 30 e 59 anni; un terzo si concentra nella fascia d’età 50-59 anni mentre i giovani under 30 rappresentano il 7,5%.

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