Giornata di formazione sul gioco d’azzardo patologico per medici di medicina generale e operatori della rete dei Servizi, il 30 settembre scorso, a Lamezia Terme, nella sala Sintonia della comunità Progetto Sud. 

La risposta è stata ottima vista la nutrita presenza di medicina di famiglia e di altri operatori interessati al fenomeno. L’evento rientra nell’ambito del progetto Gap 2018 (Gioco d’azzardo patologico). Dopo i saluti del dottor Michele G. Rossi, capo dipartimento di Salute mentale e dipendenze (Dsmd) dell’Asp di Catanzaro e del presidente nazionale di Federserd Guido Faillace, collegato via telefono, la presentazione del progetto è stata svolta dalla direttrice dei Ser.D. aziendali dottoressa M. Giulia Audino, che è anche la referente scientifica dello stesso progetto. La Audino ha reso noti alcuni dati riferiti al gioco d’azzardo che parlano di un continuo aumento di giocatori e di somme dilapidate: “Ma il Dga (disturbo da gioco d’azzardo) – ha sottolineato – si può prevenire, curare ed estinguere; e il contributo dei medici di medicina generale è importante nella prospettiva di un aggancio precoce dei portatori di disturbo da gioco d’azzardo patologico e facilitarne così l’accesso ai Ser.D.”. 

Interessanti poi le relazioni sull’integrazione dei Ser.D. nella medicina del territorio, sugli standard e sui modelli operativi svolte dai dottori Antonio Guerra, del consiglio provinciale della Fimmg di Catanzaro, e Francesco Esposito, segretario generale Fmt. I due medici si sono soffermati sul ruolo possibile della medicina generale nel disturbo da gioco d’azzardo, tracciando una possibile azione che si articola nell’individuazione precoce, nel lavoro motivazionale, nell’aggancio, l’invio ai Servizi specifici e agli specialisti, puntando alla creazione di una rete di assistenza per i giocatori problematici. Secondo Guerra ed Esposito, all’interno delle strutture e nelle case di comunità è importante l’assistenza psicologica e sociale: fare rete con figure multidisciplinari.

Il sociologo Eugenio Nisticò ha poi illustrato i risultati di una ricerca svolta sul territorio dell’Asp con la cooperativa sociale Zarapoti su un campione di 63 medici di famiglia sul fenomeno della dipendenza da gioco; l’avvocato Roberta Ussia ha offerto il contributo della Fidapa, di cui è presidente della sezione di Soverato, nella lotta al gioco d’azzardo; ed il responsabile dell’area dipendenze della comunità Progetto Sud, Roberto Gatto, ha auspicato che gli interventi sul gioco d’azzardo patologico diventino strutturali e non legati a progettualità annuali. Quindi, le relazioni di base della giornata formativa. Lo psicologo Luigi Pullia, referente del progetto per il Ser.D. di Lamezia Terme, ha presentato il dottor Onofrio Casciani, responsabile dell’ambulatorio specialistico Dga del Dsm Asl Roma 1. Questi ha parlato dell’eterogeneità del gambler e dei fattori di sviluppo del Dga. Partendo dalla definizione delle dipendenze, si è soffermato sulle dipendenze da sostanze comportamentali, Dga, nosografia e Dsm5, facendo poi riferimento ai dati sul gioco d’azzardo, alle differenze con le dipendenze da sostanze, ai tipi di giocatori, alla comorbilità, alla multifattorialità del disturbo da gioco d’azzardo, e ai fattori psicologico-motivazionali, familiari e ambientali. 

Casciani ha concluso sostenendo che lo sviluppo del Dga è potenzialmente attribuibile all’influenza della combinazione di più fattori: una vulnerabilità individuale (psicologica, psicologico-motivazionale, cognitiva) e una disponibilità dell’offerta e una sollecitazione attiva spesso mirata proprio all’intercettazione della vulnerabilità individuale. La psicologa Mariarita Notaro, coordinatrice del progetto e referente del Ser.D. di Soverato, ha presentato, invece, la dottoressa Ornella De Luca, psicoterapeuta dell’ambulatorio specialistico Gioco d’azzardo patologico Asl Roma 1, la quale ha relazionato su “Dga: diagnosi, assessment e trattamento integrato. La professionista si è soffermata sull’importanza del coinvolgimento di un’équipe multidisciplinare (infermieri, assistenti sociali, psicologo, medico psichiatra) nella cura del Dga, auspicando la realizzazione di una rete dei Servizi nel Dga a partire dai medici di base, i Ser.D., i Csm, le cliniche, le comunità residenziali, i centri diurni, nell’ottica di un’integrazione tra servizio pubblico, privato sociale accreditato e volontariato. 

La psicologa Carla Sorrentino, referente del Ser.D. di Catanzaro e tutor d’aula, ha, infine, moderato la tavola rotonda conclusiva con gli altri referenti del progetto: dottoressa Mariarita Notaro, dottor Luigi Pullia, le dottoresse Giorgia Ritrovato ed Enza Primerano (Centro Calabrese di Solidarietà), dottoressa Vittoria Curcio (Progetto Sud), dottor Ampelio Anfosso (cooperativa sociale Zarapoti), ciascuno per la propria parte d’azione, ma uniti nel progetto Gap per un unico obiettivo: prevenzione, cura e contrasto del fenomeno del gioco d’azzardo patologico.

Articolo precedenteIl Futuro del Gaming e degli Esports in Italia: l’Osservatorio Italiano Esports presenta in Parlamento il Primo White Paper sul settore
Articolo successivoGiochi. OPAP, multa per oltre 24 milioni di euro per pratiche che violano la libera concorrenza