Il gioco fa male o fa ‘del bene’?

(Jamma) Le buone notizie non fanno notizia”, è la regola impietosa dell’informazione. Anche (e soprattutto) il comparto dei giochi non sfugge a questo diabolico meccanismo, tanto che ancora una volta si è persa l’occasione, da parte dei media, di parlare degli importanti progetti finanziabili e finanziati con le entrate dei giochi, mettendo da parte, almeno per un giorno, gli annosi pregiudizi sull’intero settore. Ma veniamo ai fatti. A quattro anni dal tragico sisma che ha colpito L’Aquila e altri comuni dell’Abruzzo, – ha dichiarato Luca Contiello, amministratore delegato G.Matica – Fabrizio Barca, ex Ministro per la coesione territoriale del Governo Monti, attraverso un dossier messo a disposizione del Parlamento, ha fatto chiarezza sui costi della ricostruzione, distinguendo tra le risorse destinate agli interventi per l’emergenza (quasi integralmente erogate) e le risorse finanziarie messe a disposizione nell’arco temporale compreso tra il 2009 e il 2033.

 

Le disposizioni del D.L. n. 39 del 2009, recanti i primi interventi per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto, prevedono “stanziamenti complessivamente autorizzati per un totale di 5,8 miliardi di euro”, la cui disponibilità viene assicurata dall’art. 12 del medesimo provvedimento che emana nuove disposizioni in materia di giochi pubblici, dai quali “arriveranno circa 4,8 miliardi di euro, di cui 1.500 solo nei primi tre anni”. Questo significa, quindi, che ben l’82,7% dei fondi necessari per la ricostruzione delle zone terremotate saranno reperiti dal settore giochi, attraverso un impegno finanziario a lungo termine.

 

La divulgazione di questa notizia avrebbe potuto tacitare, non per un giorno, ma per un paio di decenni, i detrattori del gioco, i media, le varie associazioni, i movimenti anti slot e tutti coloro che a vario titolo invocano, quotidianamente, la cancellazione di un intero comparto industriale, nel nome di un’opera di moralizzazione dai contorni proibizionistici di cui, non temiamo di dirlo, si fatica a comprendere il reale obiettivo. Invece, per effetto di una stravagante “congiunzione astrale e mediatica” tutto è passato in sordina. Non un approfondimento o un’ intervista, un trafiletto, e neppure “una breve” su stampa nazionale e locale. A riportare in auge la notizia ci pensa invece qualche tempo dopo un noto quotidiano nazionale, purtroppo attraverso una ricostruzione dei fatti unilaterale, che finisce per far prevalere la solita presunta commistione tra interessi dello Stato “biscazziere” e i “danarosi padroni del gioco d’azzardo” beneficiati da una norma fatta apposta per “agguantare l’affare del secolo”. Se, come riportato dal quotidiano, il fisco ha già incassato qualche miliardo di euro come maggiori entrate dai giochi, erogando solo 500 milioni di euro ai terremotati, e poi qualcosa si è inceppato nella macchina burocratica statale, perché non mantenere il fuoco sulla denuncia di questo ritardo e sensibilizzarecon forza lo sblocco dei fondi per gli oltre 2 mila progetti ancora da realizzare in Abruzzo? L’approfondimento va fatto sui ritardi nell’erogazione dei fondi da parte del Tesoro, quindi perché prendersela con i concessionari dello Stato?

E’ innegabile ormai la presenza di un disegno ai danni del comparto del gioco, che intende fare terra bruciata intorno all’offerta legale, attraverso lo sbandieramento di principi di responsabilità sociale e di una presunta libertà d’informazione che non accetta il confronto e non ascolta la controparte, rivelandosi in tutta la sua faziosità e non conoscenza del settore. E il mercato ILLEGALE, anche questa volta, ringrazia.

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