Marguerettaz (Lna): “Istituire tavolo di confronto per la ripresa economica delle case da gioco”

(Jamma) “Istituire, in tempi brevi, un tavolo di confronto con gli organismi di rappresentanza delle Case da gioco per valutare iniziative atte a favorirne la ripresa economica e a definire un’organica disciplina del gioco d’azzardo”, è quanto si chiedeva nell’ordine del giorno presentato al ‘decreto del fare’ che ha incassato ieri la fiducia della Camera, dall’onorevole della Lega Franco Marguerettaz. L’ordine del giorno, come è stato comunicato dalla presidenza ieri, è stato ritenuto non ammissibile.

Nell’ordine del giorno, Marguerettaz spiegava che “le uniche quattro Case da gioco italiane autorizzate stanno attraversando una congiuntura gravemente sfavorevole per quel che riguarda i ricavi, tanto che i Casinò di Campione d’Italia e di Sanremo hanno dichiarato lo stato di crisi, il Comune di Venezia ha deciso di privatizzarne la gestione, e sono a rischio gli investimenti previsti dal Casinò di Saint-Vincent; le Case da gioco autorizzate nel nostro Paese danno oggi lavoro a circa 3.000 dipendenti oltre a generare un notevole indotto sull’economia locale; le stesse concorrono al finanziamento diretto degli Enti Pubblici detentori dei diritti di concessione; la crisi del settore è destinata quindi ad avere gravi ricadute occupazionali ed economiche nei territori interessati; le cause della situazione di difficoltà sono dovute, accanto alla generale congiuntura negativa dell’economia del Paese, alla fortissima concorrenza rappresentata da una sempre crescente offerta di nuove tipologie di gioco, spesso non esenti dalla componente dell’azzardo, e soprattutto gestita senza un adeguato controllo sulle transazioni economiche e senza adeguate tutele per quel che riguarda l’accesso da parte di minori; a ciò si aggiungono provvedimenti legislativi che, seppur concepiti con intenti condivisibili, penalizzano l’attività senza un ritorno concreto in termini di efficacia; le Case da gioco italiane subiscono inoltre la concorrenza di quelle presenti nei Paesi limitrofi (Austria, Francia, Slovenia e Svizzera), spesso ubicate a pochi chilometri dalla frontiera, in cui o non vi è limitazione alcuna all’uso del contante, o vi sono limiti molto più alti rispetto a quelli vigenti in Italia; le quattro Case da gioco italiane, tutte a controllo pubblico, sono da tempo assoggettate ad una serie stringente di obblighi a garanzia delle tracciabilità e legittimità delle transazioni, quali l’obbligo di identificare tutti i clienti, la registrazione di coloro che effettuano transazioni di importo pari o superiore ai 2.000 euro, la segnalazione delle operazioni sospette all’Unità di Informazione Finanziaria presso la Banca d’Italia; le Case da gioco autorizzate sono luoghi nei quali i controlli, la sicurezza e la stessa lotta alle ludopatie sono più facilmente realizzabili rispetto alla «deregulation» oggi rappresentata dalle innumerevoli offerte di giochi presenti sul web, negli esercizi commerciali e nelle cosiddette «sale slot»; le Case da gioco autorizzate sono altresì realtà attive in una pluralità di servizi afferenti al turismo, alla ristorazione, alla ricezione e partecipano, con risorse economiche ed umane, ad eventi di forte rilevanza artistica e culturale, al punto da essere, di fatto, parte della storia sociale del Paese”.

 

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