Geronimo Cardia (nella foto), presidente di Acadi, è stato intervistato da Verità&Affari in seguito alla maxi operazione contro il gioco illegale svolta dal CoPReGI dal 28 novembre al 7 dicembre. I controlli, che in totale sono stati 580, hanno portato a 173 sanzioni amministrative per un totale di 12 milioni e 178mila euro, con 42 soggetti denunciati. “Queste cifre sono la conferma della necessità che lo Stato presidi il territorio con un’offerta pubblica. Esiste una domanda di gioco. Se questa domanda non è soddisfatta dallo Stato, allora troverà altri fornitori che vivono al di fuori della legalità”, ha spiegato Cardia.

“L’offerta illegale prolifera dove lo Stato non c’è. E questo è vero sia sul territorio che sul web. Per questo è fondamentale si proceda al riassetto complessivo del settore in tempi brevi”, ha evidenziato il presidente di Acadi.

“Un primo step il governo lo ha fatto con l’online. A questo punto – ha spiegato Cardia – ci attendiamo che senza indugio si proceda anche per la parte che riguarda il territorio superando le differenze normative degli enti locali. Un tentativo di riordino è stato già tentato nel 2017 senza successo. Ma ora, considerata anche la rilevanza del settore, è arrivato il momento di fare un passo in più facendo ordine nell’intero comparto con il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni“.

Per il presidente di Acadi è quindi auspicabile che “lo Stato vari una strategia unica per contrastare i disturbi da gioco d’azzardo” e dal suo punto di vista il primo passo è nel potenziamento dell’offerta legale. “Il gioco pubblico offre la garanzia di un prodotto controllato. Anche in questo caso la questione va affrontata in maniera globale, web e rete sul territorio. Per questo siamo a favore del registro dell’autoesclusione, che già esiste su interet, anche per la rete fisica”, ha concluso Cardia.

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