“Paesi come Francia, Inghilterra, Spagna e Germania vedono il mondo del gaming e degli e-sport come una grande opportunità per il Paese, mentre in Italia questo non è ancora riconosciuto. La mancanza di regolamentazione e la timidezza nell’investire in questo mercato portano molte persone a considerare gli e-sport una passione più che un lavoro, così molti si ritrovano a dover andare all’estero. Dall’esterno il settore viene visto molto come quelli che giocano ai videogiochi, in realtà la figura del pro player è molto di più. Ci sono tantissime ore di lavoro e di studio, contornate da un grande stress mentale. La mia richiesta è di aiutare a far diventare questa passione un’opportunità , soprattutto perché gli esport stanno crescendo sempre di più e ormai non sono più un semplice intrattenimento. L’Italia non deve farsi sffuggire questa opportunità , altrimenti perderebbbe molto dal punto di vista sociale ed economico”.
Lo ha detto Daniela Vrabie (nella foto), giocatrice professionista di e-sports, audita dalle Commissioni riunite Cultura e Lavoro della Camera sulla risoluzione riguardante l’introduzione di una disciplina degli e-sport.