Cervellini (Misto-sel): “L’Esecutivo si impegni ad avviare una campagna contro i danni dell’azzardo”

(Jamma) “Siamo di fronte ad un vero e proprio dramma, con cui dobbiamo non solo fare i conti con rigore nel merito e rispetto al quale dotarci di strumenti adeguati anche all’evoluzione che configura questo fenomeno, ma soprattutto ci dobbiamo porre un problema di prospettiva”. A dichiararlo il senatore Massimo Cervellini (Misto-Sel) questa mattina in aula al senato in occasione delle dichiarazioni di voto delle mazioni discusse ieri sul gioco d’azardo.

“Non per buttarla sul generico, – ha continuato – ma credo che questo dramma ci dia una cifra e in tutte le mozioni, da questo punto di vista, c’è una precisa ricostruzione di dati, di numeri che non sono freddi numeri ma che parlano di anni di vita di tantissime centinaia di migliaia, di milioni di donne e di uomini italiani perduti fisicamente dentro l’atto dell’azzardo, ma perduti in termini di qualità di una vita non più riconosciuta, che determina privazione di dignità, di condizioni economiche assolutamente non incerte ma sottoposte a quello che appunto determina questa situazione drammatica, che coinvolge non a caso i ceti più deboli, più esposti, e dal punto di vista generazionale giovani e adesso anche giovanissimi al di sotto dei 18 anni (quindi teoricamente per così dire protetti, ma non è assolutamente così) ed anziani.

Esortiamo quindi il Governo a provvedimenti efficaci e coerenti, come ad esempio evitare di applicare sconti, come è accaduto, a quei gestori autorizzati che però hanno determinato evasione fiscale e a cui sono state concesse delle moratorie, degli sconti che non si fanno neanche al singolo cittadino quando commette questi reati o, in alcuni casi, queste dimenticanze. È paradossale che interveniamo in questo senso. Urge quindi, da questo punto di vista, un monito, una riflessione che va anche oltre l’ordine del giorno.

Leggendo, come tutti noi, le considerazioni di esperti come il sociologo Maurizio Fiasco, che conosco personalmente, si ha evidentemente uno spaccato che ci dice che c’è una caduta di prospettiva drammatica nel nostro Paese.

Credo che è su questa solitudine sociale che noi dobbiamo assolutamente agire. Il punto è avere tutti gli strumenti per intervenire ed impedire e mettere in atto e porre in essere strumenti che possano agire soprattutto sulle categorie disagiate, sul dramma della disoccupazione, sui giovani e sulla loro solitudine e sull’insicurezza degli anziani, dando le prospettive di una società, così come è stato nel nostro Paese fino agli anni scorsi.

Sto parlando di una prospettiva che si basa anzitutto sul lavoro: non è un caso che tutti i Paesi colpiti da questa crisi globale, a cominciare dal nostro, hanno visto innalzare il picco della piaga del gioco d’azzardo. È in questo senso che ci dobbiamo muovere e lì possiamo cominciare a trovare il bandolo di risposte che hanno questa dimensione di difficoltà.

Mi avvio a concludere. Le strutture – parlo di quelle legali – sono forse, ormai, una delle forme più organizzate e capillari all’interno del nostro Paese. Se penso a una città come Roma, le sale giochi, le macchinette e questi luoghi organizzati sono forse, dalle zone più centrali fino a quelle più periferiche, la presenza più diffusa: esse sono – forse – l’attività commerciale più diffusa nel nostro Paese. C’è qualcosa di malato dentro questo dato e dentro questa realtà (non bisogna tirare fuori chissà che studi). Se per tanti giovani minorenni la sala giochi diventa, nella borgata e nel quartiere periferico, l’unico luogo dove incontrare altri coetanei e altre persone, non ci possiamo poi meravigliare se è dentro quella cultura e dentro quei disvalori che si cresce e si diventa uomini e donne mature.

Oltre a strumenti fondamentali per colpire, credo che dobbiamo offrire un’alternativa altrettanto presente, che coinvolga giovani e anziani. Sto parlando di un percorso di trasformazione del nostro Paese che dia possibilità e occasioni non affidate, appunto, al dramma dell’azzardo che, come sappiamo non solo grazie agli studi, comporta solitudine e meccanismi di estorsione e di ricatto che producono veramente grandi danni.

L’ordine del giorno – conclude – prevede questo tipo di impegno e non lo consegnamo al Governo come un biglietto: l’obiettivo è che l’Esecutivo si impegni nel proseguire e nell’avviare, soprattutto, una potente campagna da questo punto di vista”.

 

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