Un vero e proprio focolaio di attività criminali. Così viene definita dall’ultimo rapporto delle Nazioni Unite l’industria dei casinò del Sud Est asiatico, dove le truffe informatiche e il riciclaggio di denaro sono ormai all’ordine del giorno.

Il rapporto pubblicato da Yogonet.com spiega anche come che queste truffe provengano da casinò situati in aree senza leggi in materia, come Laos e Myanmar, dove si ritiene che le persone coinvolte siano più di 100.000.

L’accelerazione delle reti criminali globalizzate concentrate nel Mekong con l’aiuto della tecnologia ha notevolmente ampliato le fonti di reddito criminale. Ciò ha reso necessaria una rivoluzione nell’architettura del sistema bancario clandestino regionale, che ha portato allo sviluppo di sistemi e infrastrutture in grado di spostare e riciclare enormi volumi di denaro e criptovalute”, ha spiegato Jeremy Douglas, rappresentante regionale per il Sud Est asiatico e l’area del Pacifico presso le Nazioni Unite, con delega contro la droga e il crimine

Le notizie che arrivano dal Sud Est asiatico, insomma, non fanno che alzare la guardia anche in Italia, dove però le strutture di difesa sono costantemente aggiornate e soprattutto all’avanguardia.

I sistemi di protezione dei dati e di protezione cibernetica messi in campo dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato e dagli operatori del comparto legale e pubblico sono altamente tecnologici e vengono testati di continuo”, sottolineano dal blog Italcasino.net, che menziona in particolare alcuni strumenti per contrastare le frodi informatiche e assicurare la protezione dei giocatori. “In primis l’autenticazione 2FA, ovvero a due fattori, che aggiunge un ulteriore strato di sicurezza richiedendo informazioni aggiuntive rispetto alle semplici credenziali di accesso. In secondo luogo, i sistemi di crittografia, che schermano non solo i dati personali, ma anche le transazioni economiche, i movimenti di denaro e qualsiasi altra attività che avviene sugli account di gioco”, concludono gli esperti di ItalCasino.

Spesso, infatti, i siti e le piattaforme di gioco vengono utilizzati come luogo in cui mettere in campo truffe oppure per riciclare denaro, come dimostra il caso delle Filippine, dove si è registrato un flusso sospetto di 81 milioni di dollari, probabilmente quelli rubati dal gruppo di hacker nordcoreano Lazarus alla Bangladesh Bank. Nel Rapporto Onu si legge anche quali sono gli strumenti che favoriscono queste attività illecite come, ad esempio, i siti mirror e i fornitori di servizi white label. Attenzione anche alle criptovalute, in particolare Tether (USDT) che si sta affermando come la criptovaluta preferita per le frodi informatiche grazie alla sua stabilità, alla facilità d’uso, all’anonimato e alle basse commissioni.

È bene tornare ad alzare la guardia, insomma. Lo dice il rapporto delle Nazioni Unite, ma lo dice anche l’attualità. Un’attualità in cui i reati informatici e le truffe online sono, purtroppo, sempre più all’ordine del giorno.

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