Perdo o vinco? L’ elettrofisiologia contribuisce allo studio della dipendenza da gioco

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(Jamma) È questa la domanda che si sono posti alcuni ricercatori per quantificare, nei giocatori d’azzardo, la percezione della perdita e capire quale substrato neuro fisiologico sottende al mantenimento della dipendenza dal gioco. Precedenti ricerche hanno mostrato che i giocatori patologici mostrano diverse distorsioni cognitive, riferite specialmente ad una sbagliata interpretazione dell’aspettativa di perdita. In questo studio è stata usata una versione modificata del gioco di blackjack per investigare la risposta elettrofisiologica mediante potenziali evento relati (ERPs) ad una situazione di perdita, in 20 giocatori d’azzardo e 21 soggetti di controllo. Il segnale elettrofisiologico è stato registrato in due intervalli di tempo, successivi ad una perdita al gioco. È stato anche studiato il cambiamento comportamentale associato sia all’aspettativa di perdita che alla perdita avvenuta. I dati dimostrano che tra i 270 e 320 ms dopo la perdita i soggetti di controllo, ma non i giocatori d’azzardo, mostrano una diversa risposta ERP suggerendo che l’aspettativa di perdita è valutata più negativamente della perdita stessa. Tra i 430 e i 180 ms dopo la perdita, gli ERP di entrambi i gruppi mostrano una diversa risposta in funzione del tipo di perdita. Tutti i partecipanti diventano più cauti nei comportamenti di gioco durante l’aspettativa di una imminente perdita. Esiste quindi una diversa elaborazione mentale nella percezione di una perdita nei giocatori d’azzardo rispetto ai soggetti di controllo che potrebbe dipendere, nei giocatori patologici, da una eccessiva preoccupazione rispetto al guadagno piuttosto che alla perdita. Lo studio elettrofisiologico può contribuire a capire meglio il comportamento di dipendenza dal gioco patologico e le distorsioni cognitive ad esso associate. In futuro potrebbe essere utile replicare questi risultati ampliando il numero del campione. L’approccio con gli ERP presenta infatti molti vantaggi: permette di studiare in tempo reale le differenze funzionali di elaborazione (in millisecondi) dei processi mentali di gratificazione e rende quindi possibile identificare i rapidissimi processi mentali che avvengono durante la presa di decisione, sia nell’aspettativa sia durante la perdita subita al gioco. Tali conoscenze possono rendere più comprensibile e quindi più curabile la dipendenza da gioco patologico.

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