Un «piano regolatore» per i giochi di Massimo Passamonti

(Jamma) “In questi ultimi giorni – dichiara in una nota pubblicata su Il Sole 24 ore Massimo Passamonti – presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia, – si è fatto un gran parlare di aumento di tasse per i giochi, inseguendo numeri iperbolici ed entrate erariali capaci di coprire disavanzi miliardari. La polemica aspra e sterile sembra diventato lo sport preferito di una certa politica; quegli stessi politici che propongono decine di emendamenti e proposte di legge per finanziare – attraverso il gioco – ogni cosa: dall’università alla ricostruzione di zone colpite da sisma, dagli esodati al rinnovamento tecnologico della Pubblica amministrazione. Il gioco, additato alla pubblica opinione come “sentina di tutti i vizi”, diventa così il “bancomat” attraverso cui finanziare ogni problema generato dalla difficile situazione che stiamo vivendo.
Per uscire da questa spirale senza senso, vorrei proporre alcune riflessioni che le migliaia di operatori del gioco legale riuniti in Confindustria Sistema Gioco Italia (Sgi) hanno avanzato in questi mesi.

Fiscalità
In questi giorni è stato pubblicato lo special report “La tassazione del settore dei giochi” curato da Andrea Giuricin dell’Istituto Bruno Leoni. Nello studio si legge: «L’inasprimento delle imposte sul gioco rischia di far calare il gettito erariale, a causa dello spostamento di molti giocatori verso il mercato illegale». Inoltre: «laddove l’incidenza del fisco è maggiore, la crescita delle vincite è stata inferiore»: la spiegazione viene presto fornita. I giocatori preferiscono quelle tipologie di gioco dove il fisco è meno pesante (incluso il mercato nero) in quanto offrono un maggiore ritorno di vincite (payout). Lo studio segnala come tra il 2006 e il 2012 il gettito erariale offerto dal settore giochi sia cresciuto del 30%, mentre il canone concessorio ha visto un aumento del 269 per cento.

È bene ricordare come questi risultati siano stati raggiunti attraverso la più importante opera di legalizzazione del gioco a livello globale. Un solo dato: prima del 2004 la Guardia di Finanza stimava la presenza sul territorio nazionale di circa 800mila “videopoker” illegali gestiti in gran parte dalla malavita con scarse o nulle garanzie per il giocatore. I risultati ottenuti sono stati eclatanti: le stime di Ibl parlano di una riduzione delle dimensioni del mercato nero dal 57% nel 2003 all’8% del 2012.
Lo studio evidenzia che a un ulteriore aumento delle imposte è ragionevole attendersi una diminuzione del gettito erariale: l’esperienza maturata con l’incremento delle accise per il tabacco – che hanno portato all’aumento del contrabbando – in questo senso dovrebbe essere maestra. Su questo punto da sempre gli operatori del gioco chiedono un approccio sistemico che dia certezze e stabilità previsionale alle aziende del settore senza il quale non è possibile immaginare investimenti a garanzia della trasparenza e della sicurezza del consumatore.

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