Un anno di grande impegno per la Polizia Postale nel contrasto dei crimini informatici. 9.433 quelli commessi nel 2023 contro la persona: stalking, diffamazione, minacce, revenge porn, molestie, trattamento illecito dei dati e linguaggio d’odio i più diffusi. 1.235 le persone indagate, con un incremento del 7% rispetto al 2022, con 31 casi di codice rosso.

Sono i dati contenuti nel report della Polizia postale, che riassume gli interventi più significativi realizzati nel 2023. L’impegno della Specialità della Polizia di Stato è stato costantemente indirizzato negli ambiti della prevenzione e del contrasto alla pedopornografia online, alla protezione delle infrastrutture critiche di rilevanza nazionale, al financial cyber crime e a quelle relative alle minacce eversivo-terroristiche, riconducibili a forme di fondamentalismo religioso e di estremismo politico ideologico, anche in contesti internazionali.

Grande attenzione e impegno anche sul fronte della tutela dei consumatori e del made in Italy, con il sequestro di numerosi prodotti contraffatti. Bloccati anche diversi siti con sedi legali all’estero che operavano senza autorizzazione nel nostro Paese nell’ambito delle scommesse.

“Il monitoraggio di siti e spazi web (blog, gruppi social e siti dedicati) dediti a giochi e scommesse clandestine – si legge nel report – è un altro settore particolarmente seguito dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, sia per contrastare la diffusione irregolare o illegale, che per tutelare gli interessi dei consumatori, specie se minori d’età: numerosi sono i siti con sedi legali presso paesi esteri, che operano in Italia, anche se privi della prevista autorizzazione per poter esercitare legalmente la raccolta di scommesse”.

“A fronte di un numero complessivo di casi in diminuzione – aggiunge il report -, non sembra ridursi il rischio per bambini e preadolescenti di essere oggetto di attenzioni sessuali da parte di adulti, mentre sono online, guardando i loro video preferiti e giocando ai videogiochi. Le denunce relative ai casi di adescamento online, infatti, raccontano di un numero di casi in lieve flessione, più alto per le fasce di potenziali vittime che non superano i 13 anni. Giova ancora evidenziare come si tratti di bambini e ragazzi che non dovrebbero avere accesso ai social e che dovrebbero essere puntualmente sorvegliati dai genitori, proprio perché particolarmente fragili per la tenera età. (…) Social network e videogiochi online sono i luoghi di contatto tra minori e adulti più frequentemente teatro delle interazioni nocive, a riprova ulteriore del fatto che il rischio si concretizza con maggiore probabilità quando i bambini e i ragazzi si esprimono con spensieratezza e fiducia, nei linguaggi e nei comportamenti tipici della loro età”.

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