“Oggi portiamo per la prima volta i dati dello studio ESPAD 2023, ma con una novità, parleremo infatti solo dei minorenni. L’obiettivo è capire quanto è diffuso il gioco tra soggetti per i quali dovrebbe essere vietato”. Lo ha detto Sabrina Molinaro (nella foto), Epidemiologa, Dirigente di Ricerca del Laboratorio di Epidemiologia Sociale IFC-CNR, intervenendo a Milano alla terza tappa del progetto “La trappola dell’azzardo” promosso da Avviso Pubblico e BPER Banca.

“Con l’arrivo del lockdown è esploso il gioco online. Le stime del 2023 ci dicono che con il gioco a distanza sono stati raccolti 82 miliardi di euro, mentre il totale della raccolta dovrebbe aggirarsi sui 150 miliardi di euro. In Lombardia per quanto riguarda il gioco fisico pro capite si è sopra la media nazionale, per quanto riguarda il gioco online si è invece sotto la media nazionale. C’è però un aspetto importante da considerare, i dati che ci arrivano da ADM sono legati ai proxy. Quindi noi non abbiamo il Comune di residenza di chi ha fatto l’account online, ma abbiamo il Comune di nascita. Se io fossi nata a Roma, risulterei giocatrice romana anche se poi mi fossi trasferita in un’altra regione”, ha aggiunto Molinaro.

“Va segnalato che quando si tratta di gioco non c’è una grande differenza tra l’essere maggiorenni o minorenni, il divieto di gioco ai minori di 18 anni non funziona. Lo stesso accade anche con le sigarette. Tutti i consumi che teoricamente dovrebbero essere illegali per i minorenni, non sono tanto impediti. La normativa in questo ambito non funziona molto”, ha evidenziato Molinaro.

“I minorenni giocano soprattutto con i Gratta e Vinci. Poi ci sono delle differenze di genere importanti, le scommesse sono soprattutto maschili, mentre le lotterie e tutti i giochi dove ti metti meno in discussione sono preferiti dal sesso femminile. Si gioca un po’ dappertutto e in genere sono soprattutto i ragazzi che vanno nelle sale scommesse e nelle sale giochi dove non dovrebbero entrare. Sul gioco online abbiamo raggiunto il dato più alto di sempre, nel 2023 ben 270mila studenti hanno giocato online, di cui 150mila sono minorenni. Il dato è alto, soprattutto perchè per accedere al gioco online serve un account legato a un codice fiscale e a una carta di credito, che si presume i minorenni prendano dai propri genitori”, ha spiegato l’epidemiologa.

“I giochi giocati online sono simili a quelli giocati fisicamente, soprattutto nel genere maschile, e anche online si gioca un po’ dappertutto. Circa l’80% degli studenti sa perfettamente che è vietato giocare sia con giochi fisici che online. Oggi il 4,8% degli studenti ci presenta un profilo problematico per il gioco”, ha detto ancora Molinaro.

Nelle conclusioni del suo intervento l’epidemiologa ha sottolineato che “dal periodo pandemico c’è stato il sorpasso della raccolta online su quella fisica, con la raccolta telematica che rimane tuttora più elevata. Nel 2022 si osserva un importante incremento della raccolta nazionale pari al 18% in più rispetto al 2021. La Lombardia è la terza regione per la raccolta pro capite sul gioco fisico e la prima per la raccolta totale. Circa 1 milione e 300mila studenti hanno giocato d’azzardo nel 2023 e quasi 800mila sono minorenni. Cresce il gioco online, praticato soprattutto dai ragazzi. Non si osservano particolari differenze nè per quanto riguarda la pratica, né nei pattern di gioco tra minorenni e maggiorenni. 150mila studenti hanno un profilo di gioco a rischio e 120mila problematico, con prevalenze particolarmente elevate tra i ragazzi. Tra i minorenni i giocatori d’azzardo con profilo problematico sono 63mila. Il trend del gioco a rischio, dopo la pandemia da Covid-19, è tornato a crescere. I giocatori con profilo di rischio praticano maggiormente tutti i giochi, soprattutto scommesse. Rispetto ai giocatori non a rischio giocano online in misura tripla. Hanno molte false credenze relative all’azzardo e lo percepiscono poco rischioso. All’aumentare della gravità del profilo di rischio, diminuiscono la soddisfazione dei rapporti interpersonali, della situazione economico-finanziaria della propria famiglia, della propria salute e di se stessi in generale. Aumentano invece il consumo di sostanze psicoattive, gli eccessi alcolici e il consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica. Hanno genitori che esercitano un limitato monitoraggio e che non impongono regole comportamentali. 280mila studenti minorenni hanno un profilo di gioco a rischio, soprattutto i ragazzi. La maggior parte dei gamblers ad alto rischio, nei giorni non di scuola, gioca almeno 2 ore senza interruzione e il 30% supera le 4 ore. La quota di giocatori che ha speso più di 50 euro nell’ultimo mese per giocare sale a 1/3 tra i gamblers ad alto rischio. Rispetto ai non giocatori, mettono maggiormente in atto comportamenti a rischio: sono cyberbulli e riferiscono furti e vendita di oggetti rubati. Consumano energy drink e praticano binge drinking. Hanno buone relazioni familiari ma non sono soddisfatti al di fuori del contesto ‘casalingo’. Gioco d’azzardo e gaming sembrano fortemente connessi. All’aumentare di un profilo di rischio corrisponde l’aumento dell’altro. Le loot box appaiono come un rischio reale, soprattutto tra i giovanissimi, per lo sviluppo di problemi legati al gioco d’azzardo. L’individuazione delle caratteristiche e dei fattori associati ai comportamenti di gioco a rischio resta cruciale per prevenire il fenomeno e sviluppare policy efficaci”.

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