“Salvaguardare l’indotto, salvare le piccole e medie imprese”. È quanto chiede Domenico Distante, presidente dell’associazione Sapar in audizione in Commissione Finanze della Camera in relazione allo Schema di riordino del gioco online. “Da anni chiediamo di essere ascoltati, ma evidentemente nessuno lo ha fatto. Abbiamo chiesto un riordino complessivo del settore, non che si intervenisse solo nell’online mettendo in grave rischio tantissime piccole e medie imprese. Di fatto non c’è una reale volontà di intervenire su quelle che sono le criticità che abbiamo più volte segnalato. E questo nonostante le nostre istanze siano state avallate da Istituzioni e politica.

Ancora oggi ci troviamo a dover affrontare questioni come quella del distanziometro e i limiti orari. Abbiamo anche tanti altri problemi, pensiamo al problema delle banche che chiudono i nostri conti correnti. Ma come possiamo pensare di versare 7 milioni per una concessione online? Ma come ci si può chiedere di operare mentre un sindaco fa una ordinanza di limitazioni orarie quando con un telefono posso giocare 24 ore su 24?

Davvero c’è qualcuno che vuole che mettiamo fine alle nostre imprese? Le stesse che raccolgono le giocate nei bar e li versano allo Stato. Lasciate che sia il mercato a decidere di eliminarci, non la volontà di qualcuno. Tuteliamo le nostre imprese, i nostri posti di lavoro. Ce lo deve lo Stato anche solo per il fatto che abbiamo sempre rispettato le regole. Perché ad una azienda dell’online che ha aperto 4 anni fa oggi non si può chiedere di versare un costo di concessione di 7 milioni”.

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