Pucci (Astro) a Formigli (Piazzapulita): “L’informazione non può esimersi dalla verità”

(Jamma) “Egregio Dott. Formigli,- scrive Massimiliano Pucci, Presidente Assotrattenimento2007-Confindustria Sit – dopo la puntata di ieri di “Piazzapulita”, in cui si è ritenuto di affrontare alcuni profili attinenti il gioco lecito italiano, è emerso erroneamente (ed erroneamente ribadito, nonché posto a fondamento di argomenti di riflessione) un dato relativo alla pressione fiscale a cui le “slot” sarebbero sottoposte.

Ci si riferisce in particolare al fatto che si è rappresentato “l’8%” come livello di pressione tributaria su tale forma di gioco.

Non si riesce a comprendere da dove provenga tale dato (e come ciò possa essere stato recepito acriticamente), ma la sua erroneità è evidente laddove il prodotto di gioco lecito in Italia è sottoposto ad una doppia forma di tassazione (la prima a titolo di prelievo sul gioco in sé raccolto per concessione, e la seconda come imposizione ordinaria sulle aziende singole) che totalizza una pressione complessiva superiore all’80%.

La “newslot” restituisce “almeno” il 74% delle somme introitate a titolo di vincita: il PREU è del 12,8% sulle somme introitate (e non sulla differenza tra entrato ed erogato in vincita); l’azienda che gestisce le slot, poi, paga le ordinarie imposte sui redditi che matura dall’attività, perdendo (e non beneficiando) tutta l’I.V.A. derivante dall’acquisto di beni e servizi (questa è la conseguenza dell’esenzione I.V.A. che connota il gioco lecito in Italia, al pari di quella che caratterizza altri settori quali il comparto bancario).

Quando i dati reali non sono messi a disposizione dell’approfondimento e della pubblica opinione significa consegnare non solo Pioltello, ma tutto il Paese ad una forma di declino molto più evidente, quello che deriverebbe dalla scomparsa del settore pubblico da un contesto (quello del gioco) in cui sino al 2003 solo la criminalità poteva contare sull’esclusiva di offerta del servizio.

Rinnovando i complimenti per la restante parte della trasmissione, si rimarca come la difficile realtà di Pioltello non riguardi solo gli Amministratori Locali ma anche gli operatori nostri rappresentati con attività insediate, ai quali, purtroppo, i rappresentanti delle locali municipalità stentano a riconoscere un diritto a distinguersi, preferendo accedere alla logica dell’eliminazione dell’acqua sporca assieme al bambino.

Potrà mai essere meglio il gioco criminale in luogo del gioco lecito in cui fisiologicamente anche la criminalità tenta (come accade per ogni attività dalla pizzeria alla banca) una fisiologica insinuazione che a tutti spetta contrastare (nel gioco come ovuenque) ? Il 14% dell’agro-alimentare italiano è stato certificato come in “mano” alle organizzazioni mafiose: ciò rende civicamente doveroso distinguere come e dove si comprano prodotti agro-alimentari, ma sicuramente non legittima il boicottaggio.

Alla sua affermata capacità di cogliere le complesse sfumature a cui l’informazione di verità può ambire se abiura le semplificazioni e le erroneità dei dati, affidiamo questa breve considerazione aperta.

Articolo precedenteRoma. Municipio XI, il primo ad aderire al Manifesto contro il gioco
Articolo successivoGtech approvato resoconto intermedio di esercizio, buoni risultati grazie alle Americhe