L’ippica, un settore da…codice rosso

(Jamma) “L’Unire (Unione Nazionale Incremento Razze Equine) – scrive in una nota il Comitato Pre-Lega Unione Ippica Italiana – avrebbe dovuto “incrementare le razze equine” e, per molti decenni, prima che la politica ci mettesse le mani, va riconosciuto che ha assolto in pieno al suo dovere. L’Assi (Agenzia per lo Sviluppo del Settore Ippico) avrebbe dovuto “sviluppare il settore ippico”, ed ha completamente fallito il suo scopo. Poi, ed è storia recentissima, siamo andati  direttamente sotto la gestione Mipaaf e, fino a pochi giorni fa, sembrava che il compito del Ministero fosse quello di dare la “botta finale” ad un settore ormai allo stremo ma, fortunatamente, adesso le prospettive sembrano cambiare. “Nelle prossime settimane sarà mio impegno riprendere il dialogo con il mondo dell’ippica per condividere insieme agli operatori un serio progetto di riforma” ha detto la neo ministro del Mipaaf, dottoressa Nunzia De Girolamo. Siamo certi, vista la grande serietà della persona, che alle parole seguiranno i fatti, e speriamo che tutto ciò si svolga anche in tempi molto rapidi, perché l’ippica, allo stato della cose, è un settore da… codice rosso.

Ogni giorno, come testimonia anche la lettera scritta da molti talenti dell’ippica italiana (“Addio, ippica italiana!”), c’è un pezzo di ippica che muore, e quasi sempre è la parte migliore.

Infatti, i  migliori cavalli del nostro allevamento, il più importante a livello mondiale, corrono (e vincono!) ormai all’estero, molti venduti a proprietari stranieri, altri con colori italiani. E adesso anche i top trainer e i guidatori stanno pensando di arrendersi e di trasferirsi fuori dall’Italia. Fior di allenatori che hanno dato e stanno dando lustro all’Italia, infatti, sono ormai pronti a fare le valigie perché la situazione, qui in Italia, è diventata insostenibile”.

Resta la consolazione, non piccola, a dire il vero, di un progetto di rilancio sostenuto in maniera trasversale dalla politica e di un responsabile del settore, il dottor Vaccari del Mipaaf, che sta puntando in maniera forte e convinta sul cambiamento. Ma gli operatori sono allo stremo e i tempi per salvare ciò che i nostri padri hanno costruito in un secolo di competente e operosa attività sono strettissimi. Altrimenti, tutto andrà distrutto…

L’ippica, intesa come patrimonio equino e di operatori, è ancora oggi un vanto per l’Italia. Quello che le è stato fatto è una delle grandi vergogne dell’Italia. Che si intervenga subito con le riforme o tutto andrà perduto.

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