Incontro Campagna “Mettiamoci in gioco” Boldrini. Russo (Acli) e Guiducci (Auser): ‘E’ eticamente accettabile che lo Stato favorisca la crescita del gioco?’

(Jamma) “Ciò che a nome delle organizzazioni della Campagna Mettiamoci in gioco vorrei porre alla sua attenzione – dichiarano Antonio Russo, responsabile “Legalità” delle Acli,  e Marica Guiducci di Auser – riguarda la dimensione sociale del fenomeno del gioco d’azzardo che va assumendo connotati sempre più preoccupanti.
Dal nostro osservatorio privilegiato, nel Paese è in atto una vera e propria trasformazione delle abitudini degli italiani. Il numero di persone che gioca d’azzardo è in costante crescita, così come i luoghi in cui si gioca. Le cifre ci aiutano a capire meglio di ogni possibile esempio e contano una slot machine ogni 150 cittadini. Volessimo cercare un confronto col sistema di accoglienza ospedaliera, dovremmo arrenderci al triste primato per il quale a disposizione degli italiani vi sono più slot machine che posti letto in ospedale.
Oltre ogni possibile retorica, la realtà racconta del dilagare di un fenomeno che, spesso, oltre a rubare la salute ai giocatori patologici, ruba la bellezza stessa del gioco.
Siamo di fronte ad una particolare forma di dipendenza che crea disagio psicologico su chi la subisce e sulle famiglie delle vittime. La cronaca purtroppo è piena di casi in cui la spasmodica ricerca di denaro conduce nella spirale dell’usura che rovina le persone portandole in qualche caso a compiere gesti criminali.
La nostra conoscenza del fenomeno ci restituisce un dato inequivocabile: il gioco d’azzardo crea una deprivazione culturale e un impoverimento dei rapporti umani poiché annulla ogni tipo di relazione e mina la libertà delle persone.
Persino da un punto di vista urbanistico, i luoghi, o meglio, i non-luoghi del gioco d’azzardo, cambiano la fisionomia delle nostre comunità e delle nostre città, di alcune attività commerciali e delle iniziative di aggregazione (bar, librerie, circoli culturali, ecc.), aumentando in qualche caso i fattori di rischio e la diffusione di comportamenti illegali.
Lo sanno bene i Sindaci e gli Amministratori Locali indeboliti nella loro azione di prevenzione da una legislazione nazionale inadeguata che sostanzialmente mortifica il loro potere di indirizzo e di governo .
In questo scenario, per certi versi inedito, con il quale ogni giorno nel Paese si confrontano le piccole e le grandi comunità, se da un lato è opportuno chiedersi quale modello culturale sta crescendo o si intende promuovere; dall’altro, è necessario pensare ad una nuova generazione di diritti e di tutele dei cittadini e dei giocatori, a partire da quelli che sfuggono ad un diretto controllo sociale e che, attraverso la rete internet, diventano vittime di nuove patologie.
Ma i problemi prodotti dal gioco d’azzardo non riguardano solo i singoli e le loro famiglie; il danno alla comunità in termini di costi diretti e indiretti è, infatti, quantificato in circa 6 miliardi di euro.
Tale ingente cifra è dovuta al fatto che il fenomeno del gioco d’azzardo, benché sia trasversale a tutte le generazioni e a tutte le fasce sociali, riguarda soprattutto i soggetti più fragili (minorenni
e anziani) e più poveri (precari e disoccupati). Si stima che giochi il 47,1% degli studenti fra 15 e 19 anni e che accedono ai giochi anche i bambini.
Inoltre, gioca l’80,2% dei lavoratori saltuari a fronte del 70,8% dei lavoratori stabili. E’ utile ricordare che il contesto sociale entro cui il fenomeno si sviluppa e si estende, è quello di un Paese in cui sono particolarmente alte le percentuali di povertà assoluta (7%) e relativa (13%) e in cui la crisi del lavoro ha raggiunto livelli insostenibili, con ricadute drammatiche sulle giovani generazioni.
E’ evidente che alla cultura del lavoro che attribuisce valore al denaro guadagnato con il sacrificio e l’impegno, si oppone una cultura del guadagno facile, ottenuto pigiando su un mouse, scambiando pacchi o grattando un foglietto. É questo il motivo per il quale crediamo che il gioco d’azzardo rappresenta nel nostro Paese una ulteriore ferita alla civiltà del lavoro.
Nella difficoltà della fase storica, ci chiediamo quale relazione esista tra la crisi sociale e l’aumento del gioco d’azzardo. Cioè quanto tentare la fortuna sia una scelta più o meno consapevole o un bisogno indotto.
In uno scenario in cui aumentano di pari passo le povertà e le opportunità di giocare d’azzardo, è quanto mai urgente pensare ad un nuovo approdo legislativo che tenga conto della situazione che oggi stiamo rappresentando e che interroghi profondamente la politica e il parlamento fuori dalla logica degli schieramenti.
La domanda di fondo che in questi mesi d’impegno ci siamo posti è se sia eticamente accettabile che lo Stato – più o meno volutamente – favorisca la crescita del fenomeno del gioco d’azzardo. Possono essere i beni di prima necessità tassati più delle video lotterie? Per stare nel dibattito parlamentare di queste ultime settimane circa la tenuta del patto di stabilità e il rapporto deficit- pil, è corretto, se non necessario, pensare ad un’armonizzazione della tassazione del gioco d’azzardo?
In conclusione Presidente, le organizzazioni della società civile sanno bene di avere pochi strumenti contro le grandi lobby e gli interessi che si celano dietro un certo modo di concepire il gioco d’azzardo. Sanno altresì di poter esercitare un ruolo importante di informazione, di prevenzione e di promozione di una serie di iniziative politiche che hanno già contribuito a far nascere una sensibilità trasversale in parlamento che va raccolta, auspicabilmente al più presto nel corso di questa legislatura. Per questo la ringraziamo per l’attenzione che ci ha riservato. Sappiamo di avere di fronte un interlocutore che al di là del ruolo istituzionale, ha una speciale sensibilità nel cogliere il senso di una battaglia che è prima di tutto culturale e di civiltà. L’Italia che insieme abbiamo sognato e sogniamo, non è una sorta di Paese dei balocchi. È più semplicemente un Paese nel quale il lavoro legittima la dignità anche economica delle persone , dove è riconosciuto il merito e dove il gioco ritorna ad avere il suo autentico e antico valore sociale.

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