Ginestra (Agisco): ‘Lo Stato non ci degna di attenzione, a rischio 25mila posti di lavoro’

(Jamma) “Ci sentiamo trascurati. Lo Stato non ci degna di attenzione. In tutta Italia, sono a rischio almeno 25 mila posti di lavoro”. A parlare è Francesco Ginestra, presidente dell’associazione Agisco, l’Associazione Giochi Scommesse nata sulle ceneri di Assosnai. Un grido d’allarme legatoal particolare momento vissuto dal settore, messo alla frusta dal boom degli esercizi irregolari, che in tutta Italia, senza distinzione di regione, lucrano alle spalle delle attività regolari.
Oggi, stima Agisco, l’evasione, nel settore, in Italia, si aggira attorno ai 400 milioni di euro. Tutto questo, sottolinea Ginestra, nel corso di un forum organizzato dall’agenzia ITALPRESS, avviene mentre la crisi comincia a mordere anche il comparto del gioco.
“Possiamo solo azzardare dei numeri – afferma il manager – si sa soltanto che quando grazie alla Guardia di finanza o alle forze di polizia si riesce a chiudere qualcuno di questi punti scommessa irregolari, quelli regolari vanno almeno al doppio di incasso.
Quindi dire 400 milioni non e’ certamente sbagliato. Si parla comunque di una cifra immensa sottratta al Paese da chi non garantisce lo sport, non garantisce l’ippica, non garantisce nulla al fisco. Per questo non si capisce come riusciamo a sopportarli”.

La soluzione, secondo l’Agisco, e’ dunque “in una norma chiara, puntuale, che consenta di fissare dei paletti e di chiudere le agenzie irregolari. Evitando pero’ che si ripeta quello che e’ successo in passato, che cioe’ questi signori riaprano indisturbati dopo poco tempo e che continuino a massacrare la rete”.
Intanto “i volumi del gioco continuano ad abbassarsi in maniera esagerata”, osserva Ginestra. “Abbiamo dichiarato lo stato di crisi e non escludiamo una serrata, seppure come ultima spiaggia. Se non dovesse avvenire nulla entro sei mesi potremmo solo aspettarci licenziamenti o nella migliore delle ipotesi contratti di solidarietà o cassa integrazione. E’ sbagliato pensare che più crisi c’è più aumenta il gioco, perché se la gente non ha soldi in tasca per pagare le bollette o i ticket sanitari difficilmente trovera’ quelli per scommettere o per il gioco, quindi sarà costretta a non giocare o a giocare meno”.
L’Agisco denuncia anche la disparità di trattamento tra agenzie autorizzate e altre tipologie di esercizi commerciali: “subiamo – dice Ginestra – una pesante disparita’. Se vai al bar o dal tabaccaio trovi il Gratta e Vinci, il lotto, il superenalotto, le scommesse sportive, le scommesse nazionali, le slot machine. In compenso non c’e’ la stessa tutela dei minorenni che viene chiesta a noi. Perché ad esempio nel caso dei bar non pensare a locali
separati dove svolgere la normale attivita’ di vendita ed esercitare quella legata al gioco?”.

La soluzione a questo stato di cose?

“In attesa dei provvedimenti che auspichiamo – conclude il presidente di Agisco – abbiamo chiesto una moratoria dell’imposta. Ne discuteremo dal 7 gennaio in poi con i rappresentanti delle istituzioni. Da quella data non ci fermeremo un attimo per cercare di ottenere quello che chiediamo da tempo”.

 

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