Trieste: concorrenza slovena e crisi economica svuotano le sale giochi

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(Jamma) La vicinanza con la Slovenia e la crisi che continua a mordere non fanno funzionare a Trieste nemmeno le sale slot. Che sono spuntate come funghi negli anni passati, ma ora iniziano a evidenziare scricchiolii. Al punto che un sito specializzato nella vendita di immobili ai cinesi fin dallo scorso giugno pubblica l’inserzione relativa alla messa sul mercato della più importante struttura del genere in città. La struttura più bella e organizzata della città, non una semplice sala giochi o un’agenzia di scommesse ma un mini casinò, era stata aperta nel 2011 negli spazi precedentemente occupati dagli sportelli di Equitalia.

Era stato concepito per diventare l’alternativa ai casinò sloveni. Ma la potenza delle strutture d’oltreconfine che vengono a recuperare i clienti in centro città con tanto di limousine o di comodi furgoni, offrendo anche pranzo, cena o aperitivo pur di attrarre giocatori, non ha rivali. E anche le sale più piccole, la maggior parte delle quali nelle mani dei cinesi, non funzionano più. In tre anni a Trieste ne sono state aperte una quarantina, escludendo i piccoli corner realizzati in bar e trattorie.

«In questo settore la vicinanza con la Slovenia si fa assolutamente sentire, – spiega il responsabile di una sala in città – i costi pazzeschi che noi siamo costretti a sostenere a livello fiscale non ci consentono di offrire ai clienti il trattamento extra che possono garantire le strutture slovene. È evidente che si fa difficoltà».

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