Merano come Bolzano: al via controlli contro le slot nei bar

(Jamma) Il Comune di Merano abbandona la linea della prudenza in tema di lotta al gioco d’azzardo e alle macchinette mangiasoldi nei bar della città puntando a una strategia mista. Da una parte prevenzione, con l’organizzazione di serate a tema, dall’altra la repressione con diffide e multe a quei locali situati a ridosso delle aree sensibili che non si adeguano all’obbligo di rimozione delle slot machine. E che l’argomento sia ai primi posti dell’agenda municipale lo conferma la gravità dei dati registrati al Serd, il servizio che combatte le dipendenze.

«Ogni settimana che passa – ha detto senza troppi giri di parole ieri mattina il direttore Gabriele Ghirardello, durante una conferenza stampa convocata in Comune assieme al servizio assistenza comunale, all’Udap e al Forum prevenzione – due nuovi malati di gioco vengono presi in cura dal nostro servizio. I quaranta pazienti sono in rapida crescita».

Sono ancora una volta i numeri a dire che il Comune, dopo un periodo di immobilismo, è passato all’azione.

Escludendo tabaccai e sale giochi, che sono regolamentate diversamente, il Comune ha recentemente inviato 140 lettere ai gestori di bar e locali pubblici con la esplicita richiesta di denunciare la presenza di eventuali macchinette. I primi cinquanta esercizi, quelli che rientrano nei trecento metri di distanza dalle zone sensibili quali scuole, chiese, centri sociali e giovanili e ospedali, sono già stati controllati dalla polizia municipale e in venti casi sono già scattate multe e diffide a rimuovere le slot-machine entro trenta giorni.

«Se non lo faranno – ha chiarito il sindaco Günther Januth – arriverà l’ordinanza di chiusura del locale». Nei prossimi giorni sempre i vigili urbani effettueranno controlli agli altri 90 locali che fino a oggi non hanno risposto alla lettera-invito del Comune. «Entro la fine dell’anno – ha aggiunto il primo cittadino – avremo in mano la situazione dell’intera città». L’accelerazione della lotta alle slot-machine è scattata all’indomani della sentenza del Tar che ha, almeno in prima fase, respinto i ricorsi avanzati dagli esercenti di Bolzano che per primi si erano visti recapitare provvedimenti restrittivi da parte del Comune del capoluogo.

«Da tre mesi la dipendenza da gioco d’azzardo – ha continuato Ghirardello – è considerata a tutti gli effetti una malattia. Al nostro centro abbiamo in carico 40 pazienti e seguiamo anche le famiglie. Per aiutare queste persone creiamo attorno a loro una rete di protezione. Si parte dall’indebitamento, dalla perdita della casa e poi si passa alla perdita della famiglia, per finire nelle dipendenze. Ogni persona ha la sua storia e noi dobbiamo partire proprio dalla specificità di ognuno».

E l’ippodromo e le scommesse sportive?  Saranno oggetto di un secondo progetto, hanno detto gli organizzatori. «Le scommesse sportive – ha concluso Januth – sono un fenomeno in calo e all’ippodromo il gioco non è nascosto ma abbinato all’evento domenicale».

 

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