Il vescovo di Como boccia la scelta del governo Letta sulla sanatoria alle slot

(Jamma) Non sono cadute nel vuoto le parole del vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, che venerdì aveva contestato la decisione del Governo Letta di concedere una sanatoria alle società di slot machine, per raccogliere i fondi necessari a finanziare la manovra sull’Imu. “La prima preoccupazione dell’istituzione pubblica – ha dichiarato il vescovo – dovrebbe essere quella di salvaguardare il bene comune, non quella di fare cassa”.

“Se ci sono da cercare risorse per far fronte alla situazione – spiega Coletti – si vada altrove, ma non si vada su qualcosa che può fare del male alla gente. Non sono contrario in linea di principio al gioco, anzi, proprio a difesa della sanità e della bellezza del gioco, vorrei vederlo sganciato dalle scariche di adrenalina dell’azzardo, del guadagno e dell’ingaggio”.

A replicare al vescovo Coletti, il presidente della Cisl di Como, Gerardo Larghi  che ha dichiarato: «La manovra del Governo è equivoca. Per fare cassa non è giusto inseguire i soldi del gioco d’azzardo, soprattutto in un momento di gravissima crisi come questo. Si corre il rischio di aggravare le condizioni di disagio economico delle famiglie e dei lavoratori in difficoltà».

Critico anche Alessandro de Lisi, direttore del centro studi sociali contro le mafie “Progetto San Francesco”. «Basta con le ipocrisie, basta con le slot machine nel territorio, troppo spesso anticamere per gli interessi criminali – sottolinea –. Chiediamo al Governo di versare il 30% delle quote delle vincite dei gratta e vinci, delle lotterie, dei concorsi a premi non ritirate alla cassa integrazione e alle imprese in difficoltà. A questo occorre aggiungere il divieto di giocare in contanti alle macchinette, così da tracciare i flussi per singolo giocatore». Tra le proposte avanzate dalla Cisl il divieto di campagne pubblicitarie che incentivino il gioco d’azzardo.

 

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