Genova: l’86% delle sale giochi a rischio chiusura

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(Jamma) Se il regolamento comunale sulle slot machine approvato a fine maggio fosse una mossa in una battaglia navale la partita sarebbe chiusa, o quasi. E il Comune avrebbe in mano la vittoria. La grande maggioranza delle sale da gioco esistenti oggi sul suolo genovese scomparirebbe dalla circolazione. L’86% di esse, oltre 8 su 10, sarebbe infatti costretto a chiudere nel giro di pochi anni. E questo considerando solo uno dei criteri stabiliti nella delibera: la distanza minima di 300 metri dalle scuole.

A rivelare come la giunta Doria abbia indovinato le coordinate delle principali navi avversarie e fatto centro è un’indagine del Secolo XIX che, sulla base dei dati dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di stato (Aams), ha calcolato le distanze degli esercizi interessati dal regolamento dalle scuole primarie e secondarie del territorio genovese. Il risultato è mostrato nella mappa dell’azzardo : una serie di cerchi dal raggio di 300 metri che partono dagli istituti e finiscono per coprire buona parte della superficie urbanizzata della città. Inglobando, e dunque dichiarando virtualmente fuori norma, quasi tutti i mini-casinò autorizzati, le agenzie di scommesse con slot, sale Bingo, insomma tutti quegli esercizi “la cui attività prevalente”, si legge nel testo della delibera, è “mettere a disposizione della clientela una gamma di giochi leciti”.

Risultato: un bombardamento a tappeto che risparmia solo le briciole, appena 12 esercizi su 88 interessati. Certo, va detto che le simulazioni del Secolo XIX sono soggette ad approssimazione visto che si riferiscono ad autorizzazioni e calcolano le distanze in linea d’aria. Il testo votato dal Consiglio comunale, invece, parla di misurazione «partendo dal centro della porta di ingresso al locale e seguendo il percorso pedonale più breve, nel rispetto del Codice della Strada, fino al centro della porta di ingresso del luogo sensibile individuato». Ovvero: a stretto rigore qualche esercizio in più potrebbe farla franca rispetto a quanto mostrato nella mappa. Tenendo conto degli altri luoghi sensibili previsti dalla norma (fra gli altri, sedi universitarie, cimiteri, impianti sportivi, giardini e parchi) è invece probabile che, al contrario, il numero di sale da gioco “fuori legge” aumenterebbe ulteriormente.

Se questa è la prospettiva si comprende ancora di più l’importanza della partita che si giocherà il prossimo 30 ottobre quando è attesa la decisione di merito del Tar ligure sul regolamento comunale. La posta in gioco è alta. Le norme infatti si applicano alle sale di nuova apertura ma – è questa l’interpretazione data in passato dall’assessore allo Sviluppo a questo giornale – anche a quelle esistenti nel momento in cui dovranno rinnovare l’autorizzazione, ovvero nel 2017.

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