Gatti (Bakoo): “Cari signori del Codacons, informatevi meglio altrimenti tutelerete solo i signori del gioco illegale…”

16

(Jamma) “Vorrei rispondere al Codacons e agli istituti che si occupano di gioco patologico in generale al fine di portare un contributo attivo alla difesa di un comparto troppe volte additato come causa di tutti i mali dell’Italia”. Così l’Ing. Francesco Gatti della Bakoo spa in una nota inviata alla redazione di Jamma.

“I 100 miliardi di spesa annua – spiega Gatti – sono comprensivi delle vincite che ricadono almeno per il 74% (nel caso delle fameliche VLT anche qualcosa di più!) sui giocatori. Quindi la spesa complessiva per i giocatori è di circa 20 miliardi (di cui circa 8 resi poi in tasse!) e non di 100 miliardi. Ovvio quindi che parlare di percentuale del 70% di spesa adibito a gioco in relazione alla spesa per l’alimentazione è mendace. Le percentuali sono molto inferiori così come la spesa per la ludopatia non è certamente pari a 7 miliardi di euro annui come da qualche disinformato è stato sostenuto.

Al di la della definizione di ludopatia e di ludopatico, è innegabile che l’Italiano, così come tutti i nostri concittadini europei, ha da sempre giocato. Non esiste un Paese in Europa in cui questa realtà è messa così tanto al centro delle questioni politiche, economiche e sociali come succede in Italia.
In Germania, in Francia, in Spagna, perfino nei civilissimi Paesi del nord europa il gioco esiste, con diffusione simile alla nostra e con percentuali di tassazione molto inferiori.
Il gioco è insito nella nostra cultura, possiamo solo decidere di tenerlo alla luce del sole consentendo allo STATO di guadagnarci e di controllarlo, oppure stimolare il gioco illegale bandendo quello lecito da bar e sale. Parlare di gioco in mano alle mafie è da incompetenti: per aprire oggi un’attività di gioco esistono paletti che in nessun altro settore esistono: si può essere indagati per mafia e sollazzarsi in Parlamento ma di certo chi ha un problema penale non può in alcun caso aprire una normalissima sala giochi. La questione non è solo morale o deontologica: parliamo chiaro, qualcuno è manovrato al fine di stimolare l’opinione pubblica con dati errati e con informazioni ad hoc per cambiare il settore e diventarne l’unico  controllore.
Pensavo fino a poco tempo fa fossero i concessionari a fare una politica di questo tipo per arrivare a una gestione diretta
del gioco by-passando i terzi incaricati: oggi temo che il problema sia diverso, qualcuno sta giocando una partita contro il settore e i concessionari stessi.
L’idea di concentrare il gioco in poche sale controllatissime credo possa andare bene a tutti purché si accetti il proliferare di giochi illegali chiesti e voluti in primis dai baristi che si troverebbero senza quelle entrate certe che consentono ai tantissimi locali con le slot di pagare un affitto o un dipendente. Si possono anche levare tutte le slot dai Bar ma non si potrà impedire ai giocatori di ricercare macchine al di fuori di quelle sale che sono già state bocciate dalla maggior parte di essi e che, come più volte dimostrato, consentono di riciclare il denaro: se davvero si inseguisse la sicurezza occorrebbe che le sale provvedessero al riconoscimento del giocatore al momento dell’ingresso e non solo nel caso essi vinca qualcosa oltre i 1000 euro, come d’altronde forse era nelle intenzioni del legislatore. E’ vergognoso che si attacchi il sistema delle slot nei bar e non si dica chiaramente questa cosa. Voglio difendere il settore poiché è ora di finirla con questa ipocrisia: i numeri del settore sono diversi: il giocato e il guadagnato sono due cose nettamente differenti.
Provino lor signori a aprire una ditta di noleggio e si renderanno ben presto conto che:

non è possibile farlo se hai un problema con la giustizia;

non guadagnerai tutto quello che credevi;

fare impresa in questo settore è davvero complesso poiché la burocrazia è assurda;

avrai tutti i media contro senza che in effetti tu sia un criminale o un riciclatore;

ma soprattutto si renderebbero conto di quanto le informazioni sbagliate che brandiscono sono dannose per il settore e per lo Stato che invece vorrebbero salvaguardare.
Leviamo le slot, rimettiamo l’IMU, aumentiamo il costo della benzina e l’iva al 22%: vediamo se gli italiani aumenteranno i loro consumi e se l’economia senza queste macchinette infernali potrà ripartire (ricordo i circa 8 miliardi derivanti dai giochi!). Io credo che di certo ripartirebbe il gioco illegale con grave danno per tutti, famiglie comprese. Regolamentare e vietare sono due cose diverse.
Cari signori del Codacons, informatevi meglio altrimenti tutelerete solo i signori del gioco illegale che si stanno fregando le mani nell’attesa di rimettere nelle mani delle mafie un così prezioso bene.
Proponete una regolamentazione diversa basata su parametri di gioco migliori: vincita media oraria, momenti di sospensione del gioco, costo partita più basso, possibilità di vincere percentuali maggiori, tempo di gioco per partita maggiore, controllo in ingresso delle sale, un sistema di controllo migliore, macchine meno “cattive” e più a misura di divertimento, nuove tipologie sempre a vincita e affiancamento a macchine senza vincita in denaro.
Le possibilità ci sono e mentre vi affannate a difendere il gioco ILLEGALE, quello legale arranca in normative assurde e inefficaci.
Signori del CODACONS, lo sapete che AAMS può bloccare le macchine a distanza? Già adesso, oggi, in questo momento AAMS può decidere di bloccare il funzionamento delle macchine per intervelli regolari con un messaggio per il gioco patologico a monitor. Perché non lo fa? Siete tutori dei consumatori, ecco, questa che sarebbe davvero una forma di tutela non viene MAI attuata. E invece sarebbe un messaggio fortissimo, nuovo e fortissimo. Le nostre associazioni- conclude – non ci sentono, ma voi che siete tutori del consumatore, potete richiederlo a gran voce. E’ assurdo che nessuno dica niente. Questo si andrebbe urlato”.

Articolo precedenteDiffusione sale slot. Barnier (Comm.EU): ‘Gli Stati siano conformi al diritto dell’UE’
Articolo successivoIl circolo Pd di Casale contro le slot: “E’ ora di invocare un’inversione culturale”