Chiese vicine? No alle slot machine di Marilisa Bombi

 

(Jamma) Dal tabaccaio posizionato vicino alla chiesa si potrà anche acquistare un gratta e vinci ma non si gioca con le slot machine, almeno in Liguria e nelle altre regioni in cui il legislatore è intervenuto. Lo ha stabilito il Tar Liguria, sezione seconda, con la sentenza 753 depositata il 7 maggio 2013 che ha respinto il ricorso presentato avverso il diniego opposto dal Comune di Genova. Secondo il Collegio, in pratica, non è incostituzionale la scelta della Regione di regolamentare la distribuzione delle apparecchiature per il gioco lecito sul territorio, nell’ambito delle competenze spettanti alla Regione in ordine alla tutela della salute e delle politiche sociali, al fine di prevenire il vizio del gioco anche se lecito. Condizioni, queste, cui è del tutto razionalmente preordinata una disciplina uniforme che non avrebbe senso limitare esclusivamente alle sale giochi solo perché le rivendite dei tabacchi hanno già, nel proprio patrimonio, la possibilità di rivendere altri generi di giuochi e scommesse, considerate le differenze strutturali anche in termini di impatto psicologico individuale sull’utenza. L’impresa ricorrente, peraltro, aveva cercato di sostenere la tesi della competenza esclusiva dello Stato in materia di gioco lecito e che, peraltro, non c’è corrispondenza tra la disciplina delle distanze fissata dalla Regione e le finalità di prevenzione sociale che la legge esplicitamente raffigura. Ma secondo la Sezione, diversi sono i profili di interesse statale e regionale. Nel senso che la legge regionale persegue la tutela sociale e della salute, mentre quella statale assolve a criteri di ordine pubblico. Del resto, già la Corte costituzionale, con la sentenza 300 del 10 novembre 2011, aveva rilevato la legittimità della scelta del legislatore (in quel caso la Provincia autonoma di Bolzano) di fissare un limite di distanza tra i luoghi dove è possibile praticare il gioco ed i luoghi cosiddetti sensibili, quali scuole e chiese

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