Arzignano: la modifica del regolamento anti-slot infiamma il consiglio

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(Jamma) La discussione sulle sale giochi si è trasforma in una schermaglia politica nell’ultima seduta del consiglio comunale di Arzignano, in provincia di Vicenza. Lo specifico punto all’ordine del giorno prevedeva alcune modifiche ed integrazioni al regolamento comunale per recepire le nuove direttive, conseguenti ad una sentenza del Tar del Veneto, la quale dà ragione ai gestori privati contro il Comune di Vicenza sul punto riguardante le distanze obbligatorie, pari a 500 metri, che devono intercorrere tra le sale giochi e alcune strutture di rilevanza sociale come chiese, scuole, ospedali. In sostanza, secondo il giudice tale limite deve essere eventualmente deciso a livello nazionale e non può essere prerogativa dei comuni.

Anche il Comune di Arzignano, dunque, estensore di una normativa analoga, ha dovuto adeguarsi alla sentenza, eliminando tale vincolo. Un problema, però, si è presentato al momento del voto che avrebbe dovuto ratificare modifiche che rischiavano di apparire impopolari agli occhi della cittadinanza. L’annuncio, poi, del voto contrario da parte del consigliere di minoranza Michele Colasanto al recepimento della sentenza del Tar, ha infiammato il dibattito. A questo punto, si è innescato un botta e risposta a suon di sospensioni della seduta, ben tre, nel corso della serata, chieste dai due schieramenti. Secondo l’opposizione, per due volte la maggioranza è rientrata dalle pause con un numero inferiore di consiglieri, circostanza che avrebbe, in tal modo, reso decisivi i voti della minoranza sulla spinosa questione.

«Alla fine ce ne siamo andati – spiega un altro esponente dell’opposizione, Antonio De Sanctis –. Sembrava di giocare a nascondino». Alla fine, le modifiche sono state approvate. «Come politico, non voglio andare incontro a ricorsi da parte di chi vuole aprire queste attività, aperture consentite dalla legge – sostiene il sindaco Giorgio Gentilin –. Non intendo sperperare denaro pubblico. In ogni caso, lo Stato deve investire nella lotta alla ludopatia con misure che devono partire fin dai banchi di scuola». Attualmente, sono 5 le richieste di apertura presentate in città.

A votare contro le modifiche del regolamento anche i capigruppo del Pdl e della Lega, Andrea Pellizzari e Guglielmo Dal Ceredo. «Le slot machine dovrebbero essere vietate – commenta Pellizzari . Purtroppo, però, lo Stato trae importanti somme di denaro da questa attività e di fatto, oggi, il gioco d’azzardo è stato addirittura legalizzato su internet e sui telefoni cellulari. Di fronte a questo fenomeno, il Comune ha le mani completamente legate». «Ovviamente – conclude il capogruppo Pdl -, qualora il Consiglio di Stato sconfessasse il Tar, ci siamo impegnati a tornare in consiglio per ripristinare la norma».

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