SKS365-Sentenza CGE, tutti vincitori?

In molti hanno voluto esprimersi in questi giorni alterando la verità, in troppi andando persino oltre e riuscendo nella difficile impresa di attribuirsi inesistenti vittorie legali pur trovandosi davanti, di fatto, a uno smacco. Ci chiediamo infatti come si possa parlare di vittoria, alla luce della recente sentenza “Biasci” della CGE, nel momento in cui un operatore tramite i CTD, ha portato in giudizio il sistema italiano. Perché ricorrere alla CGE contro le necessarie autorizzazioni di PS (art. 88 TULPS), per poi “brindare” alla confermata necessità della stessa?

SKS365 Group GmbH ha preferito non prestare il fianco a strumentalizzazioni, analizzando approfonditamente la sentenza e il comportamento di sprovveduti competitors pronti a cambiare posizione pur di straparlare.

Sono infatti due le osservazioni decisamente importanti su cui desideriamo concentrarci. La CGE, così come richiesto negli anni da SKS365 Group, sta finalmente spostando la propria attenzione dagli operatori internazionali ai CTD, gli unici e autentici soggetti colpiti dalle discriminazioni fin qui perpetrate da un sistema chiuso. La Corte, in linea con quanto in passato già sostenuto dall’Avvocatura Generale, ha riconosciuto il valore del CTD come soggetto da regolarizzare e riconoscere. Un passo fondamentale che libererà il campo dai presunti operatori discriminati.

La CGE ha inoltre fissato, a nostro avviso, un importante e condivisibile punto di svolta nella questione delle autorizzazioni di polizia. Posizione che, proprio alla luce del recente bando itlaiano, vede SKS365 Group in prima linea grazie all’ottenimento del titolo concessorio. Operare in Italia, come in ogni altro paese europeo, significa rispettare delle precise regole inserite all’interno di uno schema comunitario. Cercando comunque di migliorare un sistema lontano dalla perfezione e che, ancora oggi, si batte per la difesa di alcuni interessi particolari. L’autorizzazione di PS, assieme al titolo concessorio ottenuto dall’operatore di riferimento, si inserisce perfettamente in questo schema, eliminando così dal mercato i molti soggetti clandestini che ancora oggi proliferano nei bassifondi del gioco.

Soggetti che, come sostanzialmente richiesto dalla CGE, d’ora in avanti potranno sistemare i loro contrasti “condominiali” non più in Comunità Europea, ma più semplicemente nei tribunali nazionali. Auguri!

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