“Nel mondo digitale in rapida evoluzione degli e-sport, l’Italia si trova in questo momento ad un bivio: adottare una normativa che regoli questa forma di competizione o restare in uno stato di incertezza normativa che potrebbe rallentarne lo sviluppo”. Lo dichiara in una nota l’avvocato Hélène Thibault, esperta di contrattualistica di giochi ed e-sport e partner dello studio Tonucci & Partners, che prosegue:

“Gli e-sport, definiti come competizioni di videogiochi organizzate a livello professionale, stanno riscontrando un enorme successo di pubblico ed il relativo business presenta numeri da capogiro al livello globale. Milioni di persone in tutto il mondo partecipano come giocatori o spettatori, con premi in denaro cospicui e sponsorizzazioni milionarie da parte di grandi brand internazionali.

Questa crescita esplosiva, tuttavia, porta con sé una serie di sfide legali che richiedono un’adeguata regolamentazione del settore. Alcune questioni, come quelle dell’inquadramento giuridico delle competizioni, dello status dei giocatori (anche detti pro-player) o della tutela della proprietà intellettuale, devono necessariamente trovare risposta se l’Italia non vuole perdere l’occasione di essere protagonista sulla scena mondiale di un settore così promettente.

La Francia ha dimostrato di essere un leader nel campo degli e-sport, essendo uno tra i primi paesi europei ad aver intuito il potenziale economico e culturale del settore. Dal 2016, le competizioni di videogiochi e lo status del pro-player sono espressamente disciplinati dalla legge francese, e questa scelta ha dato un importante impulso alla crescita degli e-sport nel paese, incoraggiando l’organizzazione di eventi di alto livello e attirando investimenti significativi.

L’Italia, con la sua cultura videoludica radicata e una crescente comunità di giocatori e appassionati, ha tutto il potenziale per emergere anche Lei come una potenza degli e-sport. Tuttavia, senza una normativa chiara e definita, questo potenziale rischia di non essere pienamente sfruttato.

Una normativa italiana sugli e-sport potrebbe infatti portare una serie di vantaggi tangibili.

Ad esempio:

● Attrazione delle eccellenze e Qualità dello spettacolo: Regole chiare sulle condizioni di lavoro, i contratti e la tutela dei minori sono fondamentali per garantire la crescita di un ecosistema sano e attrattivo.

● Attrazione degli investimenti: La crescita del business degli e-sport tramite l’attrazione degli investimenti richiede un quadro normativo stabile e sicuro per le aziende.

● Integrazione Sociale: gli e-sport possono essere un’opportunità per coinvolgere i giovani in attività positive e socialmente costruttive, e una regolamentazione appropriata può favorire questo tipo di integrazione.

L’e-sport italiano sta vivendo un momento cruciale e deve trovare la propria collocazione giuridica se vuole posizionarsi sulla scacchiera del gaming internazionale. Guardando all’esempio della Francia, possiamo vedere i benefici concreti che una normativa dedicata può portare al settore. È quindi necessario e urgente adottare regole chiare, ma anche politiche e misure fiscali e finanziarie, che sostengano ed aiutino lo sviluppo degli e-sport italiani e consentano al relativo ecosistema di competere a livello globale e sfruttare appieno il potenziale economico e culturale di un settore la cui importanza è stata riconosciuta dallo stesso Parlamento Europeo con Risoluzione del 10 novembre 2022”.

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