Pasquale Genovese UIT

Da Brescia è iniziato il tour conoscitivo della UIT – Unione Italiana Tabaccai che “ci porterà nei prossimi giorni ad incontrare Colleghi della Calabria, della Sicilia, della Puglia, della Sardegna, della Campania e della Toscana. Per citare le Regioni dove già è in atto l’organizzazione degli incontri”. E’ quanto si legge in una nota del presidente della UIT, Pasquale Genovese (nella foto).

“La U.I.T. – Unione Italiana Tabaccai, che mi onoro di presiedere sin dalla sua nascita, da tempo è impegnata sulla necessità di trasformazione delle proprie attività e sulla perdita dello storico ruolo dei tabaccai. Le continue disattese promesse sindacali hanno innescato la scintilla e la voglia di rinnovamento, individuando la necessità di mettersi in gioco con l’impegno di garantire, a tutti coloro intendano condividerne gli stessi principi e idee, un futuro da veri tabaccai. Particolare attenzione – prosegue Genovese – poniamo al mondo dei servizi che, pur dovendo rappresentare l’evoluzione del modo di esercitare la professione dei Tabaccai, oggi presenta condizioni vessanti ed impegni economici che, paradossalmente, risultano più alti del guadagno. A questo proposito sorvolo i chiari conflitti di interesse esistenti tra rappresentanza ed attività societaria che vi sonno ben noti e di cui in molti ne siamo passivamente vittime. Altra impegno è quello di creare aggregazione, dialogo e riscontro immediato, per ridiscutere insieme il futuro della categoria, con uno sguardo rivolto al passato ma con le idee proiettate nel futuro!

“La UIT per garantire anche alle future generazioni di riappropriarsi di quel ruolo sociale che da sempre ha caratterizzato l’antica e stimata professione dei TABACCAI interagisce a tutela degli associati con le Istituzioni sia territoriali che nazionali. Da tempo – aggiunge Genovese – abbiamo sollecitato, sia direttamente con le varie audizioni ed incontri che abbiamo avuto, sia attraverso note dirette in cui abbiamo evidenziato le criticità, i responsabili governativi a cui fa capo la concessione statale di rivenditore di generi di monopolio. Spesso lettera morta, ma altrettanto spesso con richiesta di fornire ulteriori indicazioni. Che puntualmente abbiamo fornito. In questo percorso ci siamo scontrati con il muro di gomma burocratico e con gli ostacoli silenti posti sul nostro cammino da chi è convinto di poter ancora fare il bello e cattivo tempo sulla pelle di noi tabaccai.

I punti salienti su cui abbiamo incentrato la nostra azione sindacale – evidenzia Genovese – vanno dalla richiesta di aumento dell’aggio sulla vendita dei tabacchi ai contratti accessori e vessatori a cui veniamo sottoposti dai Concessionari dei servizi e dei giochi. Argomenti che al solo pronunciarli toccano il nervo dolente dei nostri interlocutori. Come un’unica voce, indipendentemente da chi ricopre la carica, viene ribadito che esiste un problema di bilancio dello Stato, di quadratura dei conti e che non è cosa facilmente realizzabile. Ma noi riteniamo, e lo abbiamo detto a chiare lettere sia al MEF che all’ADM, che una soluzione deve esserci e bisogna trovarla. Ne va della continuità del nostro lavoro. Abbiamo ipotizzato e suggerito al sottosegretario delegato al MEF, on. Sandra Savino, che una soluzione potrebbe essere quella di concedere l’aumento del 2% sotto forma di credito d’imposta. Abbiamo sottolineato che tale procedura consente un equilibrio gestionale di non poco conto. Da una parte chi è in regola con il fisco ottiene un sollievo in termini di pagamenti. Chi ha qualche problema con l’Agenzia delle Entrate si vedrebbe agevolato nel rientro del debito e starebbe molto più tranquillo nelle procedure di rinnovo delle concessioni che prevedono una posizione cristallina nei confronti del Fisco. Questa nostra ipotesi sarà sicuramente oggetto di valutazione e di nostra insistenza.

Per quanto attiene i contratti accessori e le condizioni capestri che essi determinano – spiega Genovese – il nostro ufficio legale ha già avviato diverse procedure. Purtroppo qui siamo nel campo privatistico ma i nostri legali con capacità e professionalità hanno smantellato tutte le difese e attualmente siamo in attesa delle sentenze. Nel frattempo stiamo assistendo ad un altro atto di sciacallaggio nei nostri confronti con l’introduzione, peraltro prevista dal capitolato d’appalto, dei parametri di produttività. Parametri che non tengono assolutamente conto della realtà in cui opera il rivenditore e che lo mettono in competizione disagiata rispetto ad altri colleghi. Su questo tema siamo intervenuti recentissimamente coinvolgendo il Ministero della Sanità in quanto riteniamo che l’attuazione di un obiettivo di vendita sui giochi è una chiara violazione alla Legge sulla Ludopatia. Leggo sui vari social e vivo in prima persona il costo a nostro carico della gestione POS. Argomento questo altrettanto scottante che incide sull’utile delle vendite non dimenticandoci che l’aggio previsto è lordo. Molte le ipotesi ma pochissime le soluzioni attualmente praticabili.

Certamente – chiarisce Genovese – bisogna intervenire sull’assurdo obbligo di accettazione dei pagamenti con POS e non regolamentazione del pagamento delle vincite. Una battaglia quotidiana con i nostri clienti abituati come sono a vedersi in mano i contanti vinti. Ma anche qui ci sarebbe da discutere tantissimo se solo pensiamo alla circolarità della moneta che, nel nostro caso, porta a nuove puntate di gioco, all’acquisto di un prodotto diverso etc. Anche questo argomento è all’attenzione della UIT ed i nostri consulenti ci stanno lavorando. Insomma la triste realtà che noi stiamo vivendo è a senso unico. Tutti i vantaggi sono ad esclusiva utilità della filiera del tabacco dimenticandosi del dell’importante ruolo svolto per essa da noi tabaccai. Un esempio è stato il periodo della pandemia. Siamo stati considerati esercizi di pubblica necessità e nonostante i rischi e in molti casi le perdite economiche siamo stati esclusi da qualsivoglia aiuto di Stato. Questa la dice lunga sulla nostra posizione: siamo dipendenti dello Stato senza stipendio! Restiamo uniti per il valore del nostro lavoro”, conclude Genovese.

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