E’ stata assolta la titolare di un società di Varese che gestiva circa 80 slot: per il Tribunale civile il fatto di non aver versato il Preu dovuto alla concessionaria di rete non costituisce reato di peculato.

La donna era stata accusata di non aver versato la quota prevista dalla Finanziaria 2015, ovvero l’imposta aggiuntiva di 500 milioni prevista per gli operatori di slot e videolotterie. Si tratta, come è noto, di un prelievo forzoso una tantum di 500 milioni di euro imposto dallo Stato.

Alla imprenditrice finita davanti al giudice collegiale di Varese venivano contestati i mancati versamenti dell’importo complessivo di 98 mila euro, ovvero i mancati pagamenti per 1200 euro per ogni apparecchio di gioco.

Fatti ritenuti penalmente rilevanti: il pubblico ministero aveva chiesto 5 anni di reclusione, e la parte civile (la società concessionaria) 5 mila euro di danno di immagine. Il Tribunale di Varese ha invece riconosciuta valida la tesi della difesa, ovvero che non c’era reato ma al massimo il comportamento della donna avrebbe integrato un “semplice“ debito tributario.

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