La Corte d’Appello di Palermo ha confermato il pagamento della sanzione di 45.000 al gestore di una attività commerciale del capoluogo siciliano respingendo il ricorso contro la precedente pronuncia del Tribunale Civile.

La vicenda ha inizio nel 2018 quanto un esercente siciliano, in sede di controlli da parte dell’ADM, viene sanzionato in quanto ha installato all’interno del proprio locale 11 slot e 4 apparecchi di puro intrattenimento di sua proprietà senza una licenza art.88 Tulps. Tale licenza si ritiene d’obbligo in quanto all’interno dell’attività si raccolgono scommesse per un bookmaker con sede all’estero che però, successivamente, ha aderito a sanatoria.

Il titolare dell’esercizio, nel ricorso in appello, fa riferimento alle ragioni che, a sua avviso, avrebbero impedito al bookmaker di ottenere una concessione in Italia.

Per il giudice “va evidenziato, intanto, che la procedura di regolarizzazione per emersione ex art. 1, comma 643 della Legge 23.12.2014 n. 190, riguarda la sola sanatoria (con versamento di importi variabili all’Erario) dell’evasione tributaria in materia di imposte sulle giocate non versate nel periodo in cui l’attività è stata svolta “clandestinamente”, e, poi, la stessa non produce alcun effetto
rispetto all’autorizzazione a proseguire nell’attività di raccolta di gioco in un esercizio pubblico, che non può prescindere dalla previa acquisizione da parte dell’esercente del titolo abilitativo a svolgere tale attività, consistente nella licenza ex art. 88 TULPS.

La ratio della norma sanzionatoria, invece, è quella di impedire l’utilizzo di apparecchi da
divertimento e intrattenimento, appartenenti alla tipologia di cui all’art. 110, comma 6 lett. a), del TULPS, in luoghi non sottoposti ai prescritti controlli di polizia, tenuto conto della pericolosità sociale di tali congegni e dell’esigenza che il loro uso avvenga solo in locali autorizzati alle ulteriori attività qui svolte.

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