“Il Capo III invece contiene un unico articolo concernente la disciplina dei giochi (art. 13). (…) L’articolo 13, contenente i principi e i criteri direttivi in materia di giochi, conferma innanzitutto il modello organizzativo del sistema dei giochi basato sul regime concessorio e autorizzatorio. Reca inoltre i princìpi e criteri direttivi per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici, con specifico riguardo, tra l’altro, alla tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili e alla prevenzione dei fenomeni di disturbi da gioco d’azzardo, alla dislocazione territoriale degli esercizi, ai requisiti soggettivi e di onorabilità dei soggetti concessionari, alla crisi del rapporto concessorio, alla riserva statale nella organizzazione ed esercizio dei giochi, al prelievo erariale, alla partecipazione degli enti locali al procedimento di autorizzazione e di pianificazione, alle regole di rilascio delle licenze, alla disciplina dei controlli e dell’accertamento dei tributi, alla qualificazione e
alla responsabilità degli organismi di certificazione degli apparecchi da intrattenimento. Nel corso dell’esame in sede referente sono stati introdotti due principi di delega: il primo volto a prevedere l’impiego di forme di comunicazione del gioco legale coerenti con l’esigenza di tutela dei soggetti più vulnerabili; il secondo contenente la previsione dell’accesso, da parte dei soggetti pubblici e privati che svolgono attività di prevenzione e cura della patologia da gioco d’azzardo, ai dati concernenti la diffusione territoriale, la raccolta, la spesa e la tassazione dei giochi autorizzati di qualsiasi tipologia e classificazione”. E’ quanto si legge nel dossier sulla Delega fiscale realizzato dal Servizio Studi di Camera e Senato.

“Nel corso delle ultime due legislature – evidenzia il dossier – sono state intraprese alcune iniziative di riforma del sistema fiscale. In particolare nel corso della XVII legislatura la legge 11 marzo 2014, n. 23 ha conferito una delega al Governo per la realizzazione di un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. (…) Il 27 giugno 2015 è scaduto il termine per l’attuazione della delega. Sono dunque rimaste inattuate o parzialmente attuate, tra le altre, le norme concernenti la revisione del catasto dei fabbricati, fatta salva la riforma delle commissioni censuarie; la revisione della riscossione degli enti locali e dell’imposizione sui redditi di impresa; la razionalizzazione dell’Iva e di altre imposte indirette, la revisione della disciplina dei giochi pubblici e il rilancio del settore ippico; la revisione della fiscalità energetica e ambientale”.

“La lettera h) del comma 1 – prosegue il dossier – individua i princìpi e criteri direttivi per la riforma dei cd. redditi diversi. Al riguardo si rammenta che l’articolo 67 TUIR individua i cd. redditi diversi mediante la loro puntuale elencazione. La disposizione menzionata costituisce una norma di chiusura, in quanto non vi è una definizione generale di redditi diversi, ma essi vengono enumerati singolarmente e in via residuale, in quanto non facenti parte di altre tipologie di reddito. In estrema sintesi, l’articolo 67 individua redditi che possono essere caratterizzati in tre gruppi: a) le plusvalenze (immobiliari e da cessione di attività finanziarie); b) i redditi derivanti dall’esercizio di attività occasionali; c) altri redditi diversi (i.e., vincite alle lotterie e concorsi a premio dei giochi e delle scommesse, premi derivanti da prove di abilità etc.). Il successivo articolo 68 si occupa specificamente delle plusvalenze, al fine di individuarne le modalità di individuazione dell’imponibile con riferimento alla tipologia di bene ceduto”.

Di seguito tutti i dettagli sull’articolo 13 riguardante la disciplina dei giochi:

Articolo precedenteLeoVegas Group sponsor dell’EuroPride 2023
Articolo successivoBetsson sponsor ufficiale del prossimo 26° IHF Women’s World Championship 2023