Poche, ma onerose. La Repubblica fornisce dettagli su quello che potrebbe essere il panorama delle nuove concessioni per il gioco online che sta prendendo forma al Ministero dellā€™Economia. L’obiettivo ĆØ incassare il piĆ¹ possibile perchĆ© di soldi ne servono parecchi. Lo strumento normativo che il Governo intende utilizzare per lanciare le gare sul gioco a distanza ĆØ uno dei decreti attuativi della riforma del fisco.
In questo modo il tesoretto sarĆ  disponibile dal 2024. A meno che il decreto non sia pronto prima, a ottobre ad esempio: in questo caso potrebbe essere agganciato alla legge di Bilancio.
Sarebbe di fatto una copertura preventiva, collegata a un intervento futuro, ma di cui si conoscerebbe giĆ  la previsione di incasso. E cosƬ i soldi prelevati dai giochi andrebbero in soccorso ad una manovra con il fiato corto. Il piano dellā€™Esecutivo riguarda anche il cosiddetto gioco fisico, quindi scommesse, Lotto, Bingo, slot machine e Gratta e vinci. Con la Finanziaria dellā€™anno scorso le concessioni sono state prorogate fino al 31 dicembre 2024, una scadenza che garantisce un certo margine al Mef per mettere ordine, prima dellā€™avvio delle gare, con un altro decreto legislativo legato alla riforma fiscale.
Il provvedimento dovrĆ  imporre regole omogenee a livello nazionale, superando le difformitĆ  attuali tra le Regioni. In via XX settembre si punta a chiudere il decreto entro lā€™anno prossimo: cosi facendo, le gare potrebbero partire e non sarĆ  necessario prorogare ulteriormente le concessioni vigenti.
Lā€™allungamento dei termini scatterĆ  solo se non si farĆ  in tempo a varare il provvedimento entro il 31 dicembre 2024. Per questa ragione viene escluso un anticipo dell’intervento, con l’imminente legge di bilancio.

Non la pensano cosƬ alcuni operatori del settore che invece auspicano una proroga di due anni, fino al 2026, da far scattare subito con la manovra finanziaria.
Nelle stime che circolano tra gli addetti ai lavori, la proroga garantirebbe allo Stato un gettito di 600 milioni allā€™anno. Gli operatori dubitano che il Governo possa intervenire entro la fine dell’anno prossimo e lo invitano a prendere piĆ¹ tempo per mettere a punto la legge di riordino.
Alcune perplessitĆ  affiorano anche in merito alla strategia sulle concessioni per il gioco online. Se il costo fosse intorno ai 10 milioni di euro i piccoli operatori verrebbero di fatto esclusi dallā€™accesso alle licenze.
PiĆ¹ in generale, riferiscono gli stessi operatori, l’entitĆ  del costo potrebbe scoraggiare il mercato. In ogni caso le due opzioni – assegnazione di nuovi diritti e proroga delle concessioni vigenti – sono preferite dagli operatori ad un aumento della tassazione sulle vincite.
Gli operatori vorrebbero una riforma complessiva del comparto e con lā€™attuale proposta di aumento della tassa sulle vincite dal 20% al 25% non cā€™ĆØ convenienza per lo Stato: appena 25 milioni in piĆ¹ dal Gratta e Vinci, che oggi garantisce un gettito di circa 100 milioni lā€™anno; 80 milioni in piĆ¹ dalle slot machine di nuova generazione, che attualmente portano nelle casse dello Stato circa 300 milioni allā€™anno.
Tra lā€™altro lā€™aumento della tassa rischia di allontanare i giocatori che verrebbero di fatto disincentivati a scommettere o ad acquistare un Gratta e Vinci con la vincita ridotta da fisco.
Anche per questo la misura potrebbe non essere allā€™ordine del giorno della prossima Finanziaria.

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