Riportiamo di seguito l’intervento del deputato PD-IDP, Andrea Casu (nella foto), nell’ambito dell’esame degli Ordini del Giorno alla Delega fiscale tenutosi ieri alla Camera: “La questione è semplice. Noi abbiamo dal 2019 uno strumento molto utile, il Registro unico delle autoesclusioni. Cos’è il Registro unico delle autoesclusioni? Un giocatore, che si rende conto che i suoi comportamenti stanno diventando patologici – si rendono conto lui, la famiglia, le persone con cui entra in rapporto – può iscriversi a un Registro ed essere autoescluso dal gioco a distanza. È una cosa molto positiva. È chiaro che c’è la ludopatia, che è un fenomeno che cresce e che coinvolge oltre un milione di persone; è chiaro che esiste anche il gioco pulito e sano, ma esistono tante persone che scivolano verso un comportamento che può diventare patologico. Ora qual è il vero problema? Che questa possibilità esiste solo sulla carta; in realtà nessuno sa di questo Registro, in pochissimi si iscrivono ed in pochissimi utilizzano questo strumento utile introdotto nel 2019 dall’ordinamento. Quello che chiede questo ordine del giorno è – dato che esiste la teoria delle spinte gentili che dal 2008 sta intervenendo sulla possibilità di contribuire alla decisione pubblica modificando l’architettura delle scelte, cioè creando un contesto in cui non ci siano solamente obblighi, divieti e incentivi di natura economica, ma ci sia anche la condivisione di informazioni e di interventi che parlano ai nostri processi cognitivi, non solo al sistema lento, riflessivo, razionale, che studia le norme, ma anche al sistema veloce e immediato influenzato dalle relazioni sociali – che queste metodologie siano utilizzate per fare sì che le persone possano sapere che esista questo Registro unico delle autoesclusioni e possano essere messe nelle condizioni di porsi a propria tutela in questa posizione. Ora, dato che questa è una metodologia molto importante e viene utilizzata in tutto il mondo, si potrebbe valutare anche qui, di rinunciare anche a valutare l’opportunità di considerare questo metodo, che è veramente il minimo sindacale per dire che si ha intenzione in qualche modo di far sapere alle persone che esiste il Registro unico delle autoesclusioni, altrimenti significa semplicemente volere che il Registro unico delle autoesclusioni continui a esistere solo sulla carta e che non si faccia nulla per cercare di fermare, con l’autocontrollo ed il contributo delle persone e delle famiglie, dei sistemi sociali e dei sistemi sanitari, il fatto che molte persone scivolino dal gioco verso una dimensione patologica che crea danni incredibili al Paese. Io chiedo veramente al Governo di ripensare a questo parere contrario e di prendersi il tempo che serve. Se intende proporre una riformulazione, siamo disponibili, ma continuare a negare la possibilità di utilizzare uno strumento che già esiste nell’ordinamento, che è il Registro unico delle autoesclusioni, e non fare veramente nulla per mettere le persone nelle condizioni di procedere penso sia un errore grave e mi auguro veramente che oggi il Parlamento non lo commetta”.

Successivamente l’ordine del giorno n. 9/1038-A/1 Casu, con il parere contrario del Governo, è stato respinto dalla Camera.

Di seguito il testo dell’odg Casu:

La Camera, premesso che: il disegno di legge n. 1038-75-A, Delega al Governo per la riforma fiscale all’articolo 13 delega il Governo « ad attuare, con i decreti legislativi di cui all’articolo 1, il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici ( …) », facendo anche riferimento alla tutela della fede, dell’ordine e della sicurezza pubblici e del « contemperamento degli interessi pubblici generali in tema di salute con quelli erariali sul regolare afflusso del prelievo tributario gravante sui giochi, nonché della prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività
criminose »; purtroppo, però, fenomeni legati al disturbo da gioco d’azzardo sono molto diffusi, e si stima che oltre un milione siano le persone affette da questa grave forma di dipendenza, che quotidianamente mette a rischio la loro vita e quelle delle proprie famiglie. Si tratta di un dramma che riguarda anche tanti giovani psicologicamente provati dalle conseguenze economiche e sociali della pandemia; il legislatore ha predisposto diversi interventi nel corso degli anni per contrastare il gioco d’azzardo patologico. Di particolare rilievo al riguardo appare l’istituzione nel 2019 del registro unico delle autoesclusioni (RUA) per la gestione delle richieste di autoesclusione dal gioco a distanza da parte del giocatore, che può decidere di autoescludersi per un periodo di tempo, oppure a tempo indeterminato, con una decisione valida nei confronti di tutti i concessionari che raccolgono il gioco a distanza; il registro, pur costituendo un’efficace misura di contenimento delle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito che poggia sulla forza di volontà del singolo di sottrarsi alla dipendenza patologica, non risulta, allo stato, di immediata accessibilità; utile a promuovere l’iscrizione al registro tra le persone potenzialmente interessate può essere il ricorso alle metodologie e alle tecniche frutto della teoria elaborata da Richard Thaler e Cass Sunstein nel libro « Nudge – La spinta gentile »; per « spinta gentile » si intende l’insieme delle tecniche volte a orientare il comportamento individuale e collettivo, partendo dalle tendenze psicologiche degli individui, al fine di stimolarli a compiere scelte che favoriscano il loro benessere individuale e il benessere della collettività, senza introdurre proibizioni che impediscano l’accesso ad altre opzioni e senza modificare gli incentivi economici connessi ai comportamenti in questione; al riguardo si ricorda che è stata presentata la proposta di legge n. 348, avente ad oggetto Disposizioni per il contrasto delle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito mediante l’applicazione delle tecniche di « spinta gentile » che, tra l’altro, prevede l’istituzione di un gruppo di esperti che compongano l’« unità nudge giochi pubblici », impegna il Governo a valutare l’opportunità di utilizzare le possibilità messe in campo dal metodo delle « spinte gentili », in particolare istituendo una « unità nudge giochi pubblici », composta da funzionari del Ministero dell’economia e delle finanze nonché da esperti con diversa preparazione in materia di scienze comportamentali, tra cui l’economia comportamentale, la psicologia, la sociologia, e in materia di ricerca sui consumatori, con lo scopo di individuare azioni e interventi che favoriscano l’accesso ai meccanismi di autoesclusione dei giocatori dal gioco attraverso le tecniche di « spinta gentile ».
9/1038-A/1. Casu.

Articolo precedenteDelega fiscale, il deputato Borrelli (AVS): “Perchè oltre al gioco d’azzardo non abbiamo regolamentato le droghe leggere?”
Articolo successivoLotta al riciclaggio di denaro, Sottosegretario Albano (Mef): “In alcuni settori specifici ci sarà maggiore attenzione, come in quello del gioco”