“I siti online illegali o non autorizzati proliferano. Quest’anno ne abbiamo inibiti quasi 500. Vanno raffinate le tecnologie per meglio neutralizzare la portata di un fenomeno digitale dirompente, dietro il quale molto spesso si nasconde un’intensa attività di riciclaggio del denaro sporco”. Così il direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Roberto Alesse (nella foto), intervistato da Il Riformista sullo scandalo scommesse online che ha investito il mondo del calcio.

“Il giro di affari complessivo delle scommesse illegali e’ enorme e si aggira intorno ai 20 miliardi di euro all’anno. L’Agenzia che dirigo ha contribuito a redigere, col Ministero dell’economia e delle finanze, diverse proposte normative in vista dell’attuazione della delega fiscale. Confido nel successo dell’operazione, che ha l’obiettivo storico di rivisitare in profondità anche la normativa dei giochi pubblici. Col riordino della materia si dovranno tutelare maggiormente i soggetti deboli, quelli più esposti ai disturbi da gioco d’azzardo, bilanciando la valorizzazione di questo rilevante comparto dell’industria nazionale, da mettere al più presto a gara, con la difesa del principio di legalità”, ha spiegato Alesse.

Di seguito il testo integrale dell’intervista pubblicata su Il Riformista:

Direttore Alesse, lo scandalo delle scommesse sportive online dei calciatori domina la cronaca. Lei dirige l’Agenzia che vigila e controlla tutti i siti illegali del gioco d’azzardo. Che idea si è fatto?

«Anzitutto, serve prudenza. Evitiamo giudizi affrettati sull’entità dello scandalo in questione. Ci sono indagini giudiziarie in corso. Peraltro, violazioni di legge avvengono sistematicamente in ogni settore, giochi pubblici compresi, in Italia e in tutto il mondo. Vanno intercettate e sanzionate. Siti online illegali o non autorizzati proliferano. Quest’anno ne abbiamo inibiti quasi 500. Ma è ovvio che vadano raffinate tecnologie per meglio neutralizzare la portata di un fenomeno digitale dirompente dietro il quale molto spesso si nasconde un’intensa attività di riciclaggio del denaro sporco».

E poi c’è un danno per l’Erario…

«Enorme: il giro di affari complessivo delle scommesse illegali si aggira sui 20 miliardi di euro all’anno».

Il Governo si accinge ad attuare la delega fiscale. L’Agenzia Dogane e Monopoli è una grande “holding” pubblica, fiscale e finanziaria. Come sarà coinvolta nel processo di revisione?

«L’Agenzia ha contribuito a redigere, col Ministero dell’economia e delle finanze, diverse proposte normative in vista dell’attuazione della delega fiscale. Confido nel successo dell’operazione, che ha l’obiettivo storico di rivisitare in profondità la normativa di dogane, giochi pubblici e accise. Con la telematizzazione delle procedure e degli istituti doganali, ad esempio, otterremo un’offerta migliore dei servizi per gli utenti e maggiori controlli di qualità in porti e aeroporti. Col riordino, invece, della materia dei giochi si dovranno tutelare maggiormente i soggetti deboli, quelli più esposti ai disturbi da gioco d’azzardo, bilanciando la valorizzazione di questo rilevante comparto dell’industria nazionale, da mettere al più presto a gara, con la difesa del principio di legalità. Quanto alle accise, urge una semplificazione degli adempimenti amministrativi a carico degli operatori, per rendere più comprensibili le disposizioni normative».

Intorno al mondo dell’Agenzia ruotano interessi macroeconomici rilevanti. Quale è il vostro rapporto con i cosiddetti stakeholders?

«Un rapporto sano. Ho introdotto, novità assoluta, l’Agenda pubblica degli incontri con i portatori di interesse. Sono interlocuzioni tecniche tra l’Agenzia e chi deve entrarci in contatto. Presto convocherò gli Stati Generali per incontrare le principali categorie economiche che ruotano attorno al mondo dell’Agenzia: un forum permanente per ascoltare, sul piano istituzionale, le loro esigenze».

L’Agenzia è costantemente impegnata anche sul fronte immigrazione. Come, esattamente?

«È un impegno notevole, incessante: distruggiamo le imbarcazioni utilizzate dai migranti irregolari per raggiungere Lampedusa. La svolta, in tal senso, l’ha data il Governo col decreto legge 124. L’Agenzia può individuare le aree del territorio siciliano appartenenti al demanio o al patrimonio dello Stato per stoccare le imbarcazioni. Ad oggi i risultati sono lusinghieri: delle centinaia di imbarcazioni di vario tipo che erano presenti al Molo Favarolo, a Lampedusa, fino a qualche giorno fa, ne rimangono solo alcune decine da smaltire. Un bel progresso».

Cosa attendersi dalla Conferenza dell’Organizzazione mondiale delle Dogane di dicembre a Venezia?

«A Venezia ci sarà il Vice Ministro Maurizio Leo. A lui rappresenterò che il settore doganale è travolto da cambiamenti epocali nel panorama geopolitico. Le dogane hanno svolto un ruolo cruciale nella risposta coordinata e decisa dell’Unione europea all’invasione russa dell’Ucraina e durante la pandemia da Covid-19 hanno monitorato il transito di vaccini e attrezzature mediche. Va da sé, pertanto, che si dovrà arrivare a un’unione doganale europea efficiente, agile e adeguata alle esigenze future per difendere meglio gli interessi finanziari dell’Unione e dei suoi Stati membri. Una sfida immensa che passa attraverso la creazione di un nuovo partenariato tra le autorità doganali dell’Unione europea e tra dogane e imprese».

Lei giustamente rivendica un cambio di passo dell’Agenzia sotto la sua guida. Ma in concreto cosa è cambiato?

«Si doveva rendere più forte e coesa l’intera filiera organizzativa dell’Agenzia e, quindi, fin da subito, ho emanato direttive per ribadire la distinzione tra fase di indirizzo strategico e gestione del potere amministrativo. Sono stati nominati nuovi dirigenti di prima e seconda fascia e assunti numerosi funzionari. Ho eliminato le “reggenze” affidate ai dipendenti che gestivano più uffici e riformato le strutture centrali per rendere più razionale ed efficiente l’organizzazione complessiva. Su input degli Organi di controllo ho rivisto la gestione dei beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali, degli immobili da razionalizzare su tutto il territorio, delle procedure di appalto di servizi e beni. Mi accingo ora a ridisegnare l’intero volto dell’Agenzia sul territorio puntando all’unificazione di tutti i suoi uffici. Sarà una riforma dalla portata storica. C’è tanto da fare. Lo faremo. E velocemente».

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