Ricerche, progetti di sostegno per il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo e contenuti per la formazione sono solo alcune delle iniziative per fornire agli operatori del settore, al personale sanitario specializzato, agli utenti e a tutti i familiari dei soggetti coinvolti, un punto di riferimento per riconoscere tempestivamente e combattere in maniera efficace questo grave fenomeno. Per approfondire il tema Panoramasanita.it ha intervistato Giovanni Martinotti (Sips), coordinatore del Protocollo di intesa per lo sviluppo di iniziative scientifiche per la prevenzione ed il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, sottoscritto insieme ad Acadi.

Il disturbo da gioco d’azzardo. Perché è importante parlarne?

Il disturbo da gioco d’azzardo è una dipendenza, da considerare come tale anche a livello di politiche di sanità pubblica. Grande è infatti il danno potenziale, medico, economico, sociale, associato a questa patologia. Vero è che non tutto l’azzardo è patologia, e su questo va fatta molta chiarezza. Il gioco d’azzardo è infatti un comportamento frequente – più del 50% degli italiani ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno – che può, in talune circostanze, evolvere verso una problematica di interesse clinico. Secondo dati recenti, è verosimile stimare le persone con un disturbo da gioco d’azzardo tra lo 0,5% – 2,2% della popolazione italiana tutta. Spesso, inoltre, il disturbo da gioco d’azzardo si presenta in comorbidità con altre problematiche: anzitutto altre dipendenze, come l’alcolismo, ma anche disturbi dell’umore come la depressione.

Un problema complesso, quindi, che richiede anche soluzioni complesse e articolate su più livelli?

Come già evidenziato, le risorse ad oggi disponibili per la cura di questi pazienti sono poche, e le difficoltà di presa in carico presso i servizi pubblici sono grandi. L’esperienza clinica ci insegna come il paziente con disturbo da gioco d’azzardo molte volte giunga ai Servizi solo una volta messo “con le spalle al muro”. Utile sarebbe implementare gli ambulatori di presa in carico destinati specificatamente alle persone che soffrono di disturbo da gioco d’azzardo, così da poter fornire un setting più adeguato e meno “stigmatizzante” – così spesso viene percepito – degli attuali SerD.

Quanto può incidere la prevenzione?

Molto deve essere anche fatto sulla prevenzione, per evitare che il comportamento del gioco sociale evolva verso un disturbo clinicamente rilevante. E per fare questo è prima di tutto il gioco d’azzardo legale che deve venire in aiuto e fare la sua parte. Tutte le migliori politiche di prevenzione e di riduzione del danno legato al disturbo da gioco d’azzardo, infatti, chiamano in causa la sinergia tra concessionari di gioco e politiche di sanità pubblica. Regolamentazione efficace, politiche che garantiscano la sicurezza pur consentendo il gioco, tutela dei minori. In modo che il gioco possa svolgersi nella maggior sicurezza possibile per gli utenti, senza andare incontro necessariamente a proibizionismi o censure.

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