L’Associazione Belga degli Operatori del Gioco d’Azzardo (BAGO) e l’Unione Professionale delle Agenzie di scommesse (Upap) hanno diramato un comunicato stampa in merito alla possibilità che il Governo introduca un aumento delle imposte sul gioco d’azzardo. Il governo federale potrebbe prendere in considerazione l’idea di imporre un prelievo dall’1% al 5% sulle scommesse dei giocatori per compensare il suo deficit di bilancio. I contributi verrebbero utilizzati per finanziare l’assicurazione malattia e invalidità. Gli operatori del settore si dicono allarmati e avvertono sull’impatto disastroso di tale tassa sul settore.

Secondo BAGO e Upap, una tassa sulle scommesse dei giocatori porterebbe solo all’espansione del gioco d’azzardo illegale. Gli operatori legali sarebbero infatti già soggetti a un’enorme pressione fiscale. Per queste due associazioni, la tassa sulle puntate metterebbe quindi immediatamente a rischio la redditività del settore, che a lungo termine causerà il fallimento di molti operatori. Anche le perdite per la società sarebbero enormi visto che si parla di 4.000 posti di lavoro diretti e 12.000 indiretti. Anche i settori come i fornitori, i club dilettantistici e le federazioni sportive saranno interessati dalla misura. Infine, BAGO e Upap si dicono convinti che i calcoli del governo siano sbagliati. Per il Governo il settore genererà 24 miliardi di euro di fatturato nel 2024. Da questa tassa si aspetta una entrata compresa tra 125 milioni e 1,25 miliardi di euro. Tuttavia, gli operatori fanno notare che la posta in gioco dei giocatori rappresenterebbe solo 1,2 miliardi di euro, il che stravolge l’intero calcolo e mette in discussione la logica della tassa. 

Nel loro comunicato stampa, BAGO e Upap invitano il governo al dialogo, sottolineando che il settore è sempre stato aperto alle proposte. Chiedono inoltre alle autorità di valutare le conseguenze irrimediabili di questo scenario di bilancio che potrebbe portare un intero settore a cessare le proprie attività in Belgio. Si noti che il settore ha già subito un duro colpo con il divieto di pubblicità entrato in vigore il 1 luglio e quello delle sponsorizzazioni entro il 2028.

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