Ippica in audizione alla Camera: “Questo è un ultimatum, spettanze vanno pagate entro 30 giorni”

L’Abbate (M5S) : “Disponibili a migliorare proposta legge con suggerimenti da comparto ippica”

 

Monica Faenzi (PdL): “Sull’ippica lo Stato non si tira indietro, ma il comparto non è coeso”

 

Camera. Tuci (Imp. Ippici Italiani): “Lo Stato lasci nelle mani del settore la progettazione delle scommesse ippiche”

 

Sani (Comm. Agricoltura): “La riforma dell’ippica è un tema non più rinviabile”

 

(Jamma) Ci sono 250 milioni disponibili che vanno immediatamente versati alla filiera ippica. E’ quanto hanno ricordato i rappresentanti dell’ippica oggi alla Camera per una audizione in Commissione Agricoltura nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti disposizioni per la promozione del settore ippico. “A questo importo vanno aggiunti 20 milioni di premi che non sono stati erogati agli ippodromi che hanno chiuso”. La norma che ha abrogato l’ASSI va assolutamente abrogata quanto prima, hanno ricordato. Gli operatori hanno ricordato anche che la burocrazia sta uccidendo un comparto e va varata quanto prima una riforma. L’occasione va ricercata nel decreto di delega fiscale all’esame del Parlamento e nel riconoscimento dell’ippica come interesse di carattere sociale nonché settore strategico.

“La situazione in cui versa la filiera è gravissima, serve una riforma del comparto e l’immediata corresponsione delle spettanze. Un settore che da oltre un anno e mezzo non riceve quanto dovutogli non può sopravvivere”. Lo ha detto Mario Masini, a nome di diverse associazioni del settore, nel corso di un’audizione in Commissione Agricoltura alla Camera. Masini ha inoltre sottolineato la necessità che “venga data immediata attuazione al decreto semplificazione in modo da liquidare le spettanze 2013, e che venga abrogato il decreto interministeriale del 31 gennaio 2013, contro cui tutte le associazioni hanno presentato ricorso. Inoltre nella delega fiscale andrebbe inserita l’istituzione degli enti tecnici e il riconoscimento dell’ippica come settore di interesse economico. L’ippica non è un gratta e vinci, ma una filiera che occupa 50.000 famiglie e fino all’anno scorso sviluppava spettacolo in 42 ippodromi”. Ai parlamentari della Commissione Agricoltura Masini ha infine chiesto di “incidere sui due Ministeri di riferimento per prendere misure a favore del comparto”.

No alle slot

L’ippica non è un gioco d’azzardo, non è un concorso qualsiasi. E’ qunato hanno precisato oggi diversi rappresentanti del comparto che, pur sollecitando la destinazione di quota parte degli introiti dei giochi  a sostegno dell’ippica, si sono detti convinti di dover separare il mondo dei giochi dall’ippica. Fabio Carnevale, Assogaloppo, ha sollecitato un provvedimento che impedisca agli ippodromi di trasformarsi in minicasinò , templi “dell’odioso gioco d’azzardo”.

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