Moratoria sul gioco sollecita al Senato: la legge delega fiscale l’annulla “di fatto”

(Jamma) – Dopo il recente dibattito Parlamentare  che – scrive oggi l’associazione AS.TRO – ha tenuto gli Italiani appesi al filo della aleatorietà sulle sorti del Paese, in bilico tra prosecuzione dell’esperienza (complicata e per nulla indolore) del Governo in essere, e verosimile commissariamento europeo delle Finanze Statali, sono apparse “anche” delle dichiarazioni sul gioco lecito.

Delle più “pittoresche” si può anche tacere, non essendo il caso di replicare a chi ancora parla di “baratto ignobile” o di favoritismi perpetrati a favore della c.d. casta dell’azzardo. Tali dichiarazioni provengono dagli stessi fronti che hanno avuto bisogno di cinque anni per capire la differenza tra “98 miliardi di evasione fiscale” e “2,5 miliardi di sanzione comminata per disservizio”, e probabilmente non l’avrebbero neppure capita se non ci fosse stato il decreto IMU a sancire l’esatta portata di numeri e causali di addebito.

Sul fronte tecnico-costituzionale, invece, la richiesta di “attivazione” della moratoria che ieri al Senato è stata sollevata, come seguito all’approvazione dell’ormai celebre “mozione di moratoria” del 5 settembre scorso, merita un approfondimento.

In primo luogo, il voto di fiducia chiesto e ottenuto dal Governo (anche) al Senato, nell’ambito di proprie “comunicazioni” alle Camere (richiamanti la legge delega fiscale come obiettivo dell’azione dell’Esecutivo), annulla a tutti gli effetti ogni vincolatività del precedente atto di indirizzo. Il Governo può “tecnicamente” ritenersi ricevente la fiducia sulla propria determinazione di distaccarsi dall’indirizzo precedentemente ricevuto.

In secondo luogo, proprio la concomitanza tra il voto di fiducia e la trasmissione al Senato della legge delega fiscale approvata dalla Camera (il cui articolo 14, per quanto complesso non è comunque compatibile con la moratoria), determina una situazione di “assorbimento” dell’atto di indirizzo al Governo all’interno della delega legislativa al Governo stesso: se al Senato dovesse mai risorgere una maggioranza pro-moratoria, pertanto, è nell’ambito di tale processo legislativo che dovrà esprimersi.

Si conviene sulla non banalità del diritto costituzionale, ed è anche per questo che risulta sempre fondamentale sindacare le dichiarazioni e le prese di posizione politiche alla luce dell’ortodossia istituzionale.

La “percezione” che si ha dei lavori Parlamentari può infatti cambiare “di parecchio” se si è in grado di collocarla nel corretto parametro di valutazione.

AS.TRO proseguirà nella sua opera di quotidiano censimento e commento di ogni intervento politico sul gioco lecito, purché rilevante ai fini istituzionali, per garantire ai propri associati una piena e corretta valutazione di impatto sul futuro del sistema industriale del gioco lecito.