Giorgetti ai giochi, “un avviso di bufera” per i terzi incaricati?

(Jamma) – Questa è stata la settimana Giorgetti, quindi per corretta cortesia dovuta a chi comanda è d’obbligo dare il bentornato all’on. Alberto Giorgetti che è nuovamente alla “carica” di sottosegretario del Ministero dell’Economia con delega suoi giochi.
Sotto il suo governo, almeno secondo l’allora Viceministro dell’Economia Vittorio Grilli non fù un buon periodo: «L’AAMS non era in grado di vigilare adeguatamente sulle società concessionarie di giochi d’azzardo». «Le evidenze a tutti note confermano che l’organizzazione, così come era, non era sufficientemente forte per esercitare un controllo. Anzi, proprio perché le lobby esistono nel gioco e sono «potenti», visto che ci sono interessi economici enormi, leciti e illeciti e le entrate per lo Stato sono grandissime, vogliamo rafforzare il presidio su questa area».


Storicamente è opportuno ricordare che sotto la sua precedente gestione il mercato del gioco ha fatto significativi passi avanti, infatti:

il decreto Abruzzo del 2009, che è finito sotto l’attenzione della Procura di Milano per l’affare Videolotterie;
l’ultimo contingentamento degli apparecchi da gioco del luglio 2011, contingentamento che ha proliferato il numero degli apparecchi sul mercato, suscitando tanto clamore avverso al gioco;
il decreto che ha delegato ampi poteri ad AAMS in materia di giochi, AAMS in materia di giochi pubblici utili al fine di assicurare maggiori entrate, può, tra l’altro, introdurre nuovi giochi, variare l’assegnazione della percentuale della posta di gioco a montepremi ovvero a vincite in denaro, rivisitare la misura del prelievo erariale unico;
il decreto di AAMS dell’ottobre 2011, che tra l’altro, prevedeva la sostituzione dell’attuale parco installato di AWP con nuovi apparecchi più “sicuri”.

E una miriade di altri decreti che hanno generato la crisi delle entrate erariali.
L’on. Giorgetti e l’accorpamento di AAMS nell’Agenzia delle dogane
Quando l’accorpamento di AAMS nell’Agenzia delle dogane era in discussione l’On Giorgetti è stato più che critico rispetto all’operazione, era un fautore dell’autonomia di AAMS, quindi qualche perplessità che l’operazione accorpamento si completi è scontata.
Visto anche la lentezza con cui il processo di unificazione delle due strutture sta avanzando e visto il valore intrinseco dell’azienda AAMS.
L’opposizione all’accorpamento di AAMS nell’agenzia delle dogane origina dalla posizione unica di AAMS quale dominus del mercato del gioco grazie alla legge del settembre 2011 che gli conferisce ampi poteri , e che quindi gli consente di “stabilire” il margine economico dei Concessionari.
Chi controlla AAMS controlla l’economia dei giochi.

Riflessioni sul peso economico dell’azienda AAMS
Il controllo di AAMS offre una grande opportunità di business.
AAMS con circa 1.000 milioni di ricavi nell’anno 2012 è a tutti gli effetti la prima “azienda” del mercato del gioco in Italia.
La prima e più importante voce di ricavo di AAMS è quella relativa ai canoni di concessione che la stessa AAMS percepisce da gran parte dei Concessionari di gioco, trattasi all’intorno di 250 milioni di euro. Canone che trova giustificazione, principalmente, dai costi che AAMS deve affrontare per le attività di controllo telematico, attività che demanda al suo partner tecnologico SOGEI.
Per gli apparecchi da gioco con vincite AAMS, oltre al canone dello 0,30% contabilizzato nella voce precedente, percepisce un ulteriore canone pari a circa 250 milioni, parte del quale viene poi retrocesso ai Concessionari di rete in relazione ai livelli di servizio raggiunto da questi nella rete telematica.
Ulteriori 200 milioni di euro arrivano ad AAMS dal Gratta e vinci.
A chiudere AAMS per la gestione del gioco del Lotto e del Superenalotto, viene remunerato direttamente dall’Erario.
Conclusione
Alla luce della situazione politica/economica italiana non è prevedibile a breve una ulteriore espansione del mercato.
Quindi, nel medio termine, gli operatori di gioco dovranno far fronte ai propri debiti con gli attuali ricavi.
L’unica opportunità di crescita per questi operatori è quella di impadronirsi del business di un altro soggetto più debole e meno difeso. L’unica area di business con queste caratteristiche è quella dei Terzi incaricati e vale circa 1 miliardo di euro.
Molti leggeranno nel ritorno dell’On. Giorgetti una semplice notizia, altri potranno considerarlo come un avviso di bufera.

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