E se introducessimo il federalismo «al contrario»? Chi non vuole le slot rinunci alle entrate statali

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(Jamma) – Siamo convinti anche noi, come ha affermato il neo eletto segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, che «Il meglio deve ancora venire».
Questo non è un maldestro tentativo di travisare le parole pronunciate nel primo discorso da segretario («A noi il compito di giocare in grande…») , non pensiamo certo ad un invito al gioco da parte di Renzi, più semplicemente riteniamo che del peggio sia stata data ampia dimostrazione.


Anche il nuovo segretario del Pd, infatti, ha avuto modo di esprimere la sua piena adesione alle nobili campagne di coloro che, preoccupati della salute dei giocatori, hanno alzato gli stendardi per una lotta determinata al male individuato come il più pericoloso per la salute della società italiana: il gioco patologico, o meglio la legalizzazione e la regolarizzazione delle attività di gioco .

 
Insieme a questo gruppo dei neo moralisti, che hanno sostenuto, giustamente, la battaglia affinché venisse inserito il GAP tra le patologie da contrastare per mantenere accettabili i livelli essenziali di assistenza, ma che non si battono con altrettanta energia per garantire tanti altri diritti, ci sono molti sindaci e amministratori locali che (vedi per esempio la Puglia), introducono norme allo scopo di limitare le attività di raccolta di gioco pubblico.

 
E sottolineiamo raccolta pubblica di gioco. Non una attività privata svolta da privati, bensì una attività dello Stato.

 
Quando una Regione o un Comune esprime con documenti ufficiali un sentimento avverso alle operazioni di raccolta del gioco sarebbe bene spiegarne anche il loro reale significato politico e soprattutto evidenziarne le conseguenze, anche fiscali e finanziarie.

 
Le entrate tributarie erariali registrate nei primi dieci mesi del 2013 ammontano a 321.734 milioni di euro (-848 milioni di euro, pari a -0,3% rispetto allo stesso periodo del 2012). Per il gioco pubblico, invece, malgrado il calo delle giocate complessive, le entrate totali (che includono varie imposte classificate come entrate erariali sia dirette che indirette) sono risultate pari a 10.766 milioni di euro (+53 milioni di euro, pari a +0,5%); considerando solo le imposte indirette, il gettito delle attività da gioco (lotto, lotterie e delle altre attività di gioco) è di 10.501 milioni di euro (+108 milioni di euro, pari a +1,0%).
Gli apparecchi da intrattenimento, il prodotto pubblico oggetto delle più accese campagne denigratorie, hanno incrementato le entrate erariali con complessivi 3.485 milioni di euro nell’arco degli ultimi 10 mesi, oltre l’8% in più rispetto allo scorso anno.

 

 

I giochi pubblici rappresentano oltre il 3% delle entrate erariali complessive, soldi che lo Stato utilizza a beneficio dell’intera collettività, persino dei no-slot. Tra le tante analisi sociologiche ed economiche sul mercato dei giochi c’è n’è una che propone una alternativa a queste entrate, nell’ipotesi di azzerare tutti i giochi (e non solo le slot, ovviamente)?

 
Nell’ipotesi che una sola delle amministrazioni locali che si sono impegnate ad approvare norme contro le sale giochi e le slot riesca a fare uno sforzo dimostrando che davvero gli apparecchi da gioco siano in assoluto molto più dannosi per la salute pubblica, dei Gratta e vinci o del 10 e Lotto o il Win for Life, vorremmo che la stessa dichiari apertamente di essere disposta a rinunciare a tutte le entrate erariali riferibili alla tipologia di gioco messa al bando.

 

Vorremmo che lo facesse innanzitutto la provincia autonoma di Bolzano e a seguire tutti i comuni e le regioni no slot. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze nel 2011 ha devoluto alla Provincia di Bolzano, in base ad un articolo dello Statuto autonomo, l’importo di 30 milioni di euro quale acconto delle entrate erariali sui giochi 2011. Per quanto riguarda l’anno 2012, invece, i conteggi sarebbero ancora in corso. Per tutti gli altri enti il meccanismo di calcolo risulta essere più complesso, ma non impossibile.

 

 

E allora perché non applicare un principio di federalismo al contrario? Chi dice no alle slot rinuncia anche alle relative entrate. Troviamo un politico disposto ad avanzare una proposta di questo tipo… e poi tiriamo le somme.

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