Trento. Irap maggiorata al valore massimo per gli esercizi con slot machine

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(Jamma) “Chi ha le slot machine paga più Irap. Dal Trentino una norma innovativa per tutte le regioni italiane” ha twittato qualche istante fa Giorgio Lunelli consigliere provinciale della Provincia Autonoma di Trento  e capogruppo dell’Upt in Consiglio provinciale. Viene quindi da pensare che l’emendamento alla legge finanziaria, da lui stesso proposto, sia stato accettato. L’emendamento all’articolo 31, relativo a “Proroghe in materia di reddito di qualificazione, di convenzioni relative a servizi socio-sanitari, di agevolazioni Irap e di storni di fondi”, al comma 5 dopo la lettera a) inserisce un ulteriore sottocomma che in sostanza prevede che le agevolazioni Irap introdotte negli ultimi anni dalla Provincia in favore delle imprese non vengano applicate ai quei pubblici esercizi che hanno al loro interno apparecchi da gioco. Non solo: «Ai suddetti esercizi – si legge – si applica la corrispondente aliquota Irap maggiorata al valore massimo, in riferimento al decreto legislativo n. 446 del 1997».

In sostanza l’emendamento Lunelli oltre a riportare a, 3,9% l’aliquota per i locali con slot machine prevede anche l’impossibilità di applicare gli sgravi provinciali e inoltre dispone l’innalzamento dell’aliquota al più alto livello possibile, più su di un ulteriore 0,96%: questo è infatti il tetto massimo di inasprimento che lo Stato consente a Regioni e Province autonome nell’ambito delle loro manovre.

Risultato: ospitare slot machine, a partire dal 2014, ai pubblici esercizi comporterà il pagamento di un’Irap pari al 4,86%. A conti fatti, circa il doppio di quanto oggi mediamente corrispondono alla Provincia. Come minimo comunque svariate centinaia di euro a testa.

La “ratio” del provvedimento è duplice. In linea generale, ha spiegato Lunelli, si tratta di utilizzare la leva fiscale non solo manovrando sugli sgravi, ma anche in termini di penalizzazione. Ma l’obiettivo concreto è disincentivare il proliferare delle slot machine, che tanti problemi stanno creando al tessuto sociale: creando di fatto una sorta di “red list” dei locali. Sa bene Lunelli che gli esercenti non gradiranno, ma pazienza: «Troppo grave è il problema del gioco d’azzardo – afferma – per assistere a guerre di ricorsi che non portano a nulla».

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