Si è svolto nella giornata di ieri un sit-in davanti la sede della Regione Piemonte per far inserire all’ordine del giorno del consiglio regionale la discussione della proposta di legge di iniziativa popolare per regolamentare il gioco d’azzardo. I manifestanti hanno fatto sapere di aver raccolto 12mila firme.
“Ancora una volta insieme, associazioni, sindacati, cittadini per chiedere al Presidente Cirio, alla sua giunta e alla maggioranza di calendarizzare in aula al più presto la legge di iniziativa popolare per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico. C’è tutto il tempo per approvarla già in questa legislatura. La nuova norma, che ha cancellato la legge 9/2016, ha aumentato nuovamente l’offerta provocando l’aumento della spesa pro capite e della diffusione delle macchinette sul territorio lo attestano studi promossi dalla stessa Regione con il CNR. E’ stata una scelta scellerata che determina un costo sociale che pagano soprattutto le famiglie più fragili”, ha affermato il consigliere e segretario regionale del PD, Domenico Rossi.
“Eravamo in tanti di fronte a Palazzo Lascaris a chiedere un passo indietro, di tornando a mettere al centro la salute dei cittadini e non gli interessi economici. Nei giorni scorsi il gruppo del PD ha avanzato richiesta, in conferenza dei capigruppo, di inserire la Pdl nell’ordine del giorno dei lavori e ho sollecitato personalmente il presidente del Consiglio Regionale: non lasceremo nulla di intentato per salvaguardare la salute dei piemontesi. Ma non solo GAP. Anche la legge di iniziativa popolare sull’introduzione della doppia preferenza di genere è stata completamente ignorata dalla maggioranza. Anche su questo abbiamo chiesto con forza di rispettare i cittadini e le istituzioni”, ha concluso Rossi.
“La situazione è notevolmente peggiorata: aumentando l’offerta (1.000 macchinette in più), è cresciuta la possibilità di gioco, i soldi persi e quelli giocati. Il Piemonte ha indici superiori alla media nazionale”, ha denunciato Maria José Fava, referente di Libera in Piemonte.
“I termini della discussione sono scaduti ad aprile ma non abbiamo ricevuto risposte. Con tenacia resistiamo perché il rispetto delle regole è un atto dovuto e una risposta è un atto di rispetto dovuto ai cittadini”, ha aggiunto la consigliera del Comune di Bra (CN), Marina Isu (PD).